Come ampiamente annunciato, è partita oggi la versione visual DTT dell’emittente nazionale radiofonica Virgin Radio, su LCN 157 (originariamente di Radio 105 Tv).
L’arrivo della stazione rock FM del gruppo Radiomediaset è stato sofferto: questo periodico lo aveva annunciato per primo oltre un anno fa, ma le iniziali dichiarazioni dell’a.d. Paolo Salvaderi che lo avevano indicativamente previsto per l’inizio dell’estate non avevano trovato effettiva conferma nei fatti.
Successivamente era stata ipotizzata la fine di ottobre; poi, però, la partenza ufficiale di Virgin Radio DTT ha avuto luogo qualche giorno dopo. Oggi per l’appunto.
Allo stato il prodotto appare distinto da quello FM: non è, cioè, in symulcasting, come per esempio avviene col modello “radiovisione” di RTL 102.5, allineandosi piuttosto a quello di Radio Italia, che vede due contenuti allineati ma non interamente sovrapposti.
Il canale DTT di Virgin Radio trasmette – per ora – videoclip della playlist tipica dell’emittente e sembra prevalentemente destinato ai locali pubblici, con l’obiettivo di presidiare tutta quella potenziale utenza ormai priva di ricevitori di FM (nell’indoor si stima ormai che i ricevitori FM stanziali siano presenti solo nel 45% delle mura).
E’ peraltro altamente probabile il graduale inserimento di programmi specifici per la versione tv di Virgin, come del resto annunciato dallo stesso Salvaderi. Il target di riferimento si presta infatti ad approfondimenti tematici. Secondo indiscrezioni, l’emittente potrebbe infatti destinare quote di palinsesto alla trasmissione di registrazione di concerti, una delle aree della musica rock più richieste e meno coltivata dai player televisivi.
Altamente probabile che l’iniziativa di Radiomediaset incentiverà altri editori ancora indecisi sull’opportunità di presidiare la multipiattaforma in modalità visual DTT.
“Almeno per 10 anni la presenza su tutte le piattaforme distributive disponibili è imprescindibile – osserva Giulia Cozzi della practice Radio e Tv 4.0 di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico) -. Oggi la modulazione di frequenza, pur costituendo ancora il vettore principale di contenuti radiofonici (la cui fruizione si realizza per l’80% in mobilità), non è più sufficiente: il rischio è di perdere quote sempre più rilevanti di utenti che sfruttano per la somministrazione di contenuti altre piattaforme, quali la tv, il DAB+, lo smartphone, il tablet, il pc e da ultimi gli smart speaker, è ormai insostenibile.
Sebbene la presenza nelle case degli italiani degli smart tv sia ormai importante (oltre il 20%), l’utilizzo è pressoché limitato a servizi di streaming video on demand (SVOD) come Netflix o della cd “tv in differita” (replay tv), da parte peraltro di un’utenza più evoluta sul piano tecnologico e quindi meno immediata. “Per questo se si vuol catturare l’audience stanziale occorre essere presenti sul televisore DTT, il device più diffuso e quindi più prossimo all’utente medio nell’indoor”, osserva la consulente.
“Salvo il caso dell’audiografica statica (il cartello) o del (in verità poco appetibile per l’utente) “solo audio” (cui è destinato l’arco LCN 700), per essere presenti sul DTT occorre munirsi di autorizzazione per fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) con associato LCN – interviene Stefano Cionini, name partner di MCL Avvocati Associati, law firm che gestisce in esclusiva l’Area Affari Legali di Consultmedia -. In vaste aree italiane le numerazioni LCN sono ormai quasi esaurite (in Lombardia e nel Lazio, per esempio, residuano pochi numeri nell’arco 800) e quindi presto garantirsi una presenza sul DTT sarà inevitabilmente più impegnativo. Per contro, l’utilizzo sempre più diffuso del formato Mpeg4 (H264), peraltro codifica unica dal 01/01/2020, consente un notevole risparmio di banda (fino al 50%).
Tra l’altro, la roadmap per la liberazione della banda 700 MHz ex L.205/2017 (Legge di Bilancio 2018), prevede che entro il 31/12/2018 avranno inizio le procedure per la predisposizione, per ciascuna area geografica tecnica, di graduatorie dei fornitori di servizi di media audiovisivi operanti in ambito locale che potranno utilizzare la capacità trasmissiva messa a disposizione dagli operatori di rete aggiudicatari delle frequenze in T2 destinate a veicolarli, con conseguente necessità di accelerazione dei tempi di decisione per evitare di precludersi importanti opportunità di presidio nel nuovo assetto DTT che si verrà a costituire con lo switch-off del 2022″, conclude Cionini. (E.G. per NL)