E’ un momento fantastico per la radio e la televisione: le tecnologie si prestano ad evoluzioni tecnico-editoriali relativamente low cost ed impensabili solo fino a poco tempo fa, che consentono l’esaltazione del brand, la moltiplicazione dei contenuti e l’integrazione sensoriale (cfr. vademecum pubblicato qualche giorno fa).
Quasi tutti i player radio nazionali sono ormai sul DTT: anche Radiomediaset (R101, Radio 105, Virgin), dopo Elemedia (Radio DeeJay, Radio Capital, m2o), ha in questi giorni “fissato” gli LCN nell’arco 700 per la veicolazione del flusso audio in tv (presumibilmente in prospettiva di successive evoluzioni).
L’indagine TER 2017 ha consacrato l’importanza della visual radio DTT con risultati fuori da ogni più rosea aspettativa per i capostipiti RTL e Radio Italia, smentendo clamorosamente anacronistici pensatori legati ad un mondo monovettoriale che non esiste più, i cui retaggi stanno accompagnando ai margini del mercato coloro che ostinatamente si rifiutano di guardare in faccia alla realtà.
E mentre DeeJay punta sul canale 69 per diminuire l’enorme distanza d’audience maturata con RTL (e RAI la segue, allestendo gli studi per la “radiovisione” del GR1) e Radiomediaset, già presente sul DTT con R 101, tara lo sbarco televisivo di Virgin Radio per l’estate 2018 e potenzia la visual radio smart per Radio 105, sono sempre di più gli editori (col Biscione in testa) che investono sul brand bouquet nella consapevolezza che entro un decennio l’asset più rilevante sarà costituito dalla combinazione contenuti + brand.
Non va diversamente Oltralpe, dove si pensa addirittura ad un’ulteriore ibridizzazione: quella, appunto, del brand bouquet IP con la visual radio.
Il colosso francese NRJ ha da pochi giorni reso disponibile sulle smart tv Samsung una interessante app-brand-bouquet (cfr. foto apertura) per accedere in audiografica dinamica (con prospettive visual radio integrate) ad una selezione dei contenuti più quotati del multiplexer (che già si compone di 150 derivazioni del brand NRJ).
“Nel 2022 (che è tra quattro anni, non tra dieci) quasi il 100% dei tv italiani sarà potenzialmente collegabile alla rete e si stima che oltre il 60% degli stessi sarà concretamente dotato di una connessione IP. E’ quindi indispensabile presidiare subito il DTT per fidelizzare l’utente in prospettiva di questo ulteriore avvicendamento, realizzando una “vetrina” prodromica ad uno switch-over non di tecnologie trasmissive, ma di metodologie di fruizione dei contenuti“, commenta Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico). “Per quanto ci riguarda, insieme al partner tecnologico 22HBG stiamo sperimentando le nuove app per gli smart tv, partendo dai più diffusi. Chi rimarrà a terra a questo giro difficilmente riuscirà a risollevarsi“, avverte Rinaldi.
“Per fortuna la maggior parte degli editori sembra aver raccolto tale invito e si sta attrezzando”, interviene Stefano Cionini, avvocato di MCL, law firm molto impegnata nell’M&A rtv 4.0, che aggiunge: “Il futuro lo abbiamo costruito ieri e lo stiamo perfezionando oggi. Tutto sta veramente accadendo alla velocità della luce.” (E.G. per NL)