Radio 4.0. Le radio locali scompaiono dalla FM. Ma sulle nuove piattaforme e’ euforia di nuove iniziative perche’ ci sono innegabili vuoti da colmare

111 Tv, FM

L’avanzata dei network e delle superstation nell’accaparramento dell’ultima frequenza FM disponibile a prezzi di saldo sembra inarrestabile e per molti operatori ed editori locali, così come taluni ascoltatori è ancora difficile metabolizzare la “perdita” di quella radio locale che tanto teneva compagnia e che magari ogni mattina li accompagnava nel tragitto  casa-lavoro raccontando il territorio e divenendo parte della quotidianità.
Ma, asciugandosi inevitabilmente qualche lacrimuccia nostalgica di quella ruggente FM anni ’80 piena di tanta vitalità, stiamo assistendo alla riscossa di alcuni ex editori che tornano ad “alzare la testa”, preparandosi tenacemente al ritorno con nuovo slancio.
Magari dopo essersi liberati di una zavorra non indifferente quali sono stati fino ad oggi gli alti costi di gestione degli impianti di trasmissione FM ed andando a sfruttare le nuove piattaforme sicuramente più frequentate dal pubblico giovane (da un po’ considerato il grande assente nelle indagini d’ascolto), sfruttando le app, i social, il web in generale e, non ultimo, il digitale televisivo terrestre.

Se infatti è vero che molti di essi, ormai stanchi e stremati, con le finanze compromesse in questi ultimi anni segnati dalla crisi, sono stati costretti a chiudere definitivamente avendo esaurito anche la vena creativa, è altrettanto indiscutibile che lo scenario FM, dominato da chi ha piu frequenze e conseguente copertura capillare attraverso quello che è ancora il principale vettore per l’ascolto in mobilità, organizzato per catturare l’attenzione di un utente genericamente pigro (quello che spesso fruisce di un’emittente per inerzia, fondando la sua scelta sulla qualità del segnale e sulla condivisione di un format musicale quasi sempre omologato), costituisce allo stesso tempo la forza e la debolezza del medium.radio 24 - Radio 4.0. Le radio locali scompaiono dalla FM. Ma sulle nuove piattaforme e' euforia di nuove iniziative perche' ci sono innegabili vuoti da colmareIl display dell’autoradio ci riconduce ad un panorama costituito da stazioni prevalentemente nazionali, restituendo a molti un senso di solitudine, senza quella voce locale, quegli spot che consigliavano dove fare spesa nel raggio di 20 km, un notiziario locale o una trasmissione che racconti quello che avviene all’interno della regione, portando alla luce un evidente vuoto da (ri)colmare.
Partendo da questa voglia di comunicare e di raccontare cosa succede in città, molti editori sono quindi ripartiti andando ad investire sulla visual radio con il DTT (anche superando modelli tradizionali commerciali, come dimostra l’immagine d’apertura, catturata dall’originale prodotto ligure 111 Tv) e le varie piattaforme IP per poter essere presenti sui nuovi device (smartphone in primis), strizzando soprattutto l’occhio al nuovo giocattolino che molti magari quest’anno troveranno sotto l’albero: lo smart speaker, che ben si presta allo sfruttamento intensivo di contenuti attraverso il podcasting (evitando quindi che elementi di palinsesto di pregio vengano dissipati con la mera diretta).

In particolare, le principali novità su piattaforme diverse dalla FM passano da operazioni nostalgia (come quella di Radio Milano International), fenomeno al quale abbiamo nei giorni scorsi dedicato uno specifico articolo), dal consolidamento di web radio che da tempo operano sulla rete (esempio di spicco è Lolli Radio), o da emittenti già attive in modulazione di frequenza rinate immediatamente su IP (come nelle Marche RMM e Radio Serena), che forti del supporto social e web convogliano gli ascoltatori verso il loro canale dando la possibilità di scaricare l’app e garantendo la presenza sui principali aggregatori.
Il modo di ascoltare sta cambiando molto rapidamente: l’avvento del 5G renderà ancora più stabile l’ascolto in auto in streaming, mentre a casa Il DTT prenderà il sopravvento divenendo l’unico mezzo per fruire di trasmissioni radio, complice la scomparsa dei ricevitori FM.
Alla luce dei fatti descritti viene da chiedersi se stavolta i piccoli siano stati (magari inconsapevolmente) lungimiranti: magari chi oggi ride per essere riuscito a strappare ai saldi di fine stagione radiofonica impianti FM ad un prezzo pari a 1/5 di quello che solo dieci anni fa sarebbe stato pagato, potrebbe entro un lustro realizzare di aver speso sì poco, ma per portarsi a casa poco più di un costo. (R.M. per NL)

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