Il Brand, tecnicamente “il segno distintivo sviluppato dall’azienda per identificare la propria offerta e differenziarla da quella dei concorrenti”, si piegherà alle rinnovate esigenze della distribuzione dei contenuti su piattaforme guidate dall’Intelligenza Artificiale?
L’interesse per i nuovi metodi di somministrazione dei contenuti radiofonici via IP è stato evidente in occasione del convegno sulla Radio 4.0 organizzato al Pirellone dalla Regione Lombardia, che a Milano, il 21/11/2018 ha registrato il tutto esaurito ed ha avuto una lunga coda di gradimento, testimoniato, tra le altre cose, dall’interesse per le skill di Alexa e dalle action di Google Home, gli smart speaker al centro della sessione informativa e per certi versi formativa.
“Oltre 90 preventivi in pochi giorni”, commenta entusiasta Gianluca Busi di 22HBG, la società che insieme a Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico) ha per prima proposto un pacchetto organizzato di servizi realizzativi per approdare in live streaming e in podcast sugli smart speaker di Amazon e Google senza la mediazione dell’aggregatore TuneIn.
“Tantissime richieste dalle Radio (ma anche da altri player dell’audio digitale) per andare online sugli altoparlanti intelligenti prima di Natale, visto che tali device saranno il regalo più gettonato, come dimostrato da tutti gli indicatori“, continua Busi.
“Come 22HBG–Consultmedia proponiamo due pacchetti: basic, per il live streaming non mediato dagli aggregatori e avanzato, con skill e action per i podcast, il vero valore aggiunto per i contenuti radiofonici offerto dagli smart speaker“, interviene Daniele D’Abrosca della practice Radio Tv 4.0 di Consultmedia.
“La maggior parte delle radio, ovviamente, punta alla soluzione più avanzata, ben consapevole che il podcasting rappresenta il futuro anche sul piano commerciale, tanto più che, come è stato spiegato nel Convegno al Pirellone, l’iniziale previsione di un domani radiofonico sulle auto interconnesse mediato dagli aggregatori captive (di grandi player o addirittura delle case automobilistiche) pare ormai sconfessato o comunque fortemente ridimensionato, considerato che, con ogni probabilità, Alexa ed Assistant guideranno la somministrazione dei contenuti anche nell’automotive”, spiega d’Abrosca.
Ma se non è ormai evidente che il futuro radiofonico passerà sempre meno dalla FM solo a chi non vuol vedere la realtà, cominciano a delinearsi altri effetti collaterali della rivoluzione indotta dagli smart speaker e comunque dalla ricerca vocale delle stazioni: primo fra tutti il nome.
Nomi complessi, o anche solo poco intellegibili in sede di traduzione (Alexa ed Assistant parlano e decodificano gli idiomi dei singoli territori che colonizzano) diventano infatti un vero problema, spesso difficilmente sormontabile, al punto che qualche emittente sta cominciando a pensare di cambiarli, semplificandoli proprio in vista della necessità di facilitarne l’identificazione da parte dell’Intelligenza Artificiale, come è apparso evidente nella sessione dimostrativa dell’impiego dei device al Convegno del 21/11/2018.
“Non solo una dimostrazione della direzione dell’ago della bilancia nel rapporto di forza tra contenuto e nuova piattaforma, dove la rendita di posizione tipica della FM è fortemente ridimensionata, ma anche un nuovo modello che impone un approccio completamente diverso“, osserva D’Abrosca.
Così, mentre chi pensa che la forza di un brand ereditato da un passato dominato dalla FM costituirà di per sé la garanzia di un posizionamento preferenziale nel futuro organizzato dall’I.A. dimostra di essere egli stesso parte di un sistema in via di rapido superamento, si affaccia sul presente con evidenza un’altra novità introdotta dall’interazione tra utente finale ed emittente radiofonica mediata da Alexa e Assistant.
Parliamo della nascita di una specifica branca della SEO, la Search Engine Optimization, che impone che i podcast ed i contenuti audio in generale siano opportunamente catalogati, marchiati e taggati per consentirne la rintracciabilità, così come l’editoria online ha ampiamente compreso, giungendo ormai ad eccessi che vedono articoli scritti prima con fini SEO che informativi.
Così come la visual radio ha determinato nuove opportunità professionali per formare conduttori radiovisivi o per allestire studi radiofonici con finalità da palcoscenico (non c’è nulla di più triste che vedere in tv soluzioni al risparmio) – tanto che la nota SM di Pino Stillitano ha articolato una divisione visual radio allo scopo – la radio per gli smart speaker imporrà l’affermazione di figure ad hoc per la collocazione del podcasting. Ne parleremo presto su queste pagine. E, c’è da scommetterci, a lungo. (E.G. per NL)