Radio 4.0. L’ascolto medio radiofonico è di 20 minuti? E allora facciamo la radio zippata!

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Lo scenario che emerge dalle indagini sull’ascolto radiofonico degli ultimi anni presenta una progressiva erosione dell’uso di device tradizionali “consumer” a vantaggio di una situazione ibrida che è dominata principalmente dall’ascolto in mobilità delle autoradio nelle vetture, e statica da “altre piattaforme” quali DTT e streaming web.
Sappiamo che gran parte dell’ascolto della radio avviene mentre si è in viaggio in automobile, e siccome per evidenti motivi al momento è impossibile usufruire delle applicazioni web o navigare mentre si guida, appare chiaro che ciò che la radio offre deve porsi in primo luogo come alternativa al web in quel particolare momento della giornata. Lasciando la prerogativa delle programmazioni musicali Top 40 e dell’intrattenimento di flusso alle nazionali, quali sono le sfide invece che le emittenti di dimensione locale devono sapere cogliere per emergere in questo presente in cui gli apparecchi riceventi sono in progressiva estinzione nelle case, e l’unico ascolto possibile è quello in movimento, in una realtà in cui tra l’altro spesso l’utente si ferma alle sole stazioni memorizzate senza alcuna curiosità di esplorazione?connected car dashboard 300x188 - Radio 4.0. L'ascolto medio radiofonico è di 20 minuti? E allora facciamo la radio zippata!
Già a metà degli anni ’90, prima dell’avvento di massa di Internet era noto (con l’esplosione di network ed emittenti pluriregionali “strutturate”) come la  sopravvivenza delle piccole antenne locali potesse passare esclusivamente da due fattori su tutti: o la trasmissione esclusiva di un contenuto musicale “unico e originale” nel bacino di riferimento, con estrema coerenza e rivolto ad un target specifico e fedele (e abbiamo esempi di radio virtuose che specializzandosi in un filone hanno saputo assumere una riconoscibilità), oppure lasciando la musica in secondo piano e puntando maggiormente l’attenzione sulla parola, quindi l’informazione locale e l’attenzione a tutto ciò che parla del territorio. La prima scelta sicuramente più economica e di rapida realizzazione una volta profilato il bacino di potenziali ascoltatori, mentre la seconda più costosa a livello di gestione del personale.

Nonostante queste riflessioni siano state spesso ricorrenti tra addetti ai lavori, in questi ultimi 25 anni si contano ben pochi soggetti che siano riusciti ad emergere nel marasma dell’emittenza locale, e in tutti i casi si tratta comunque sempre di realtà riconducibili alle due ipotesi di cui sopra. Poche hanno continuato a collezionare buoni dati di ascolto spesso vivendo di rendite di posizione risalenti ai fasti degli anni ’70-’80, mentre la maggioranza ha vissuto alla giornata senza una struttura aziendale chiara e obiettivi per il futuro, imitando i grandi network anziché concentrare l’attenzione sul proprio territorio.

Così facendo ha bypassato del tutto la “mission” della radio locale e offerto un prodotto generalista senza alcuna identità, che nel  presente non ha più ragione di esistere e di cui come è noto nemmeno gli ascoltatori sentono la mancanza quando viene a cessare (numerosi i casi di radio “defunte” nel silenzio più totale, che dovrebbero indurre gli editori a serie riflessioni e domande).
Di fronte ad uno scenario che si prospetta sempre più rapido, on-demand, e che previlegi i contenuti certi e profilati, quali possono essere quindi le possibilità che si prospettano per una radio che decidesse oggi (seppur per certi versi già fuori tempo massimo) di concentrare la propria attenzione sul territorio?
Se è vero che il tempo medio di permanenza su una radio locale diventa sempre  inferiore, e se è vero che l’ascolto avviene prevalentemente in mobilità, come si può pensare di raggiungere più contatti possibili nel minor tempo? Semplicemente offrendo in quell’arco di tempo limitato tutto ciò di cui l’ascoltatore potenziale possa aver bisogno. Spotify 300x169 - Radio 4.0. L'ascolto medio radiofonico è di 20 minuti? E allora facciamo la radio zippata!Considerando il tragitto medio casa-lavoro in una realtà di provincia, il periodo potrebbe essere anche solamente di poco superiore al famigerato “quarto d’ora medio” tanto amato dagli inserzionisti pubblicitari. L’idea di una radio locale costituita da un clock informativo ciclico, a ripetizione ma costantemente aggiornato, di blocchi di 20 minuti, in un presente con tante incertezze e mille perplessità, potrebbe fornire una delle tante risposte e un raggiungimento di contatti sicuramente più appetibile commercialmente di tante programmazioni generaliste che oggi appaiono obsolete o di scarso appeal per l’utente finale, gocce d’acqua in un oceano di segnali privi di originalità. Inoltre costituirebbe un primo grande passo verso la creazione di un contenuto “certo” e “profilato” per la radio 4.0.
Come è noto informare costa, e possedere una redazione valida costituita anche solo da un paio di giornalisti con una buona dizione e sufficiente flessibilità, nella realtà di provincia italiana spesso puo’ costituire un terno al lotto non indifferente. Ma può essere senz’altro anche oggi un buon investimento umano di lungo periodo per gli editori, anche puntando su una buona dose di apprendisti con la voglia di intraprendere un iniziale percorso di pubblicista.
Una possibilità tra le tante può essere quella di condensare in 20 minuti tutto il necessario, un “pacchetto” simile ad un podcast: uno spazio iniziale dedicato all’informazione locale non superiore ai 4 minuti, un breve inserto sportivo di massimo 2 minuti, un notiziario sul traffico e meteo di altri 2 minuti e un’agenda sul tempo libero, cultura e spettacoli di altri 4 minuti. Per concludere, un approfondimento sull’argomento del giorno, sempre con declinazione locale, della durata di massimo 3 minuti. Il clock si concluderebbe con un brano musicale di contorno (quindi 3 all’ora, scelti tra hit di notevole successo, di cui 2 “del momento” e 1 “classico” universalmente conosciuto) e uno spazio con inserzioni pubblicitarie. NBC BMW App 300x169 - Radio 4.0. L'ascolto medio radiofonico è di 20 minuti? E allora facciamo la radio zippata!Anche in questo caso, il momento degli spot dovrebbe avere una logica 2.0:  comunicati brevi e rapidi, e possibilmente di 10-15 secondi. Abolizione totale dello spot “classico” di 30 secondi, troppo lento e poco incisivo per il presente. Il tutto ripetuto 3 volte all’ora (20 minuti x 3), tutto il giorno.
Un proposito di radio locale di questo tipo avrebbe costi vivi limitati alla redazione giornalistica, che dovrebbe pur sempre possedere anche competenze tecniche di editing e gestione del palinsesto. Nel caso di emittente anche a vocazione sportiva, la radiocronaca della squadra di calcio o di altra disciplina della propria città troverebbe naturale collocazione nel palinsesto, con approfondimenti quotidiani dedicati nell’apposito spazio del clock.
La radio locale “ciclica” può apparire fantascienza o un concetto troppo lontano dalla realtà ad una prima lettura, e creare perplessità a  molti editori (che spesso sono anche appassionati di musica), i quali guarderebbero con estrema diffidenza la rinuncia quasi totale al flusso musicale (che avrebbe un significato molto marginale e più di “contorno” rispetto alla main mission informativa). amazon echo 300x300 - Radio 4.0. L'ascolto medio radiofonico è di 20 minuti? E allora facciamo la radio zippata!
Al momento però una tipologia di radio mirata che prenda spunto da questo modello, può essere l’unico modo per costruire una identità in tempi rapidi il cui principale scopo sarebbe quello di collezionare un grande numero di contatti per brevi tempi limitati, una sorta di “eden” per gli investitori pubblicitari abituati ormai ad un presente con grandi dispersioni.
Diverse emittenti televisive locali negli anni hanno tentato esperimenti di questo tipo, con riproposizione ciclica dei notiziari locali, al posto della messa in onda di film e telefilm di Serie C e pessima qualità, quindi scarso interesse per il pubblico.
Anche il Tg5 già dai primi anni ’90 ha modulato la sua offerta informativa della mattina attraverso un clock ripetuto, sempre secondo la logica di offrire al telespettatore tutto il necessario in poco tempo, e la sicurezza di poterlo rivedere senza dover attendere minuti preziosi pre-giornata lavorativa.
L’idea descritta in maniera sintetica non vuole apparire come risolutiva, ma una buona base di partenza sui cui ragionare per costruire altri clock simili ad un podcast, che possano dare “senso” e “identità” alle emittenti che allo stato attuale purtroppo non riescono più ad emergere. (F.S. per NL)

 

 

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