Come abbiamo più volte evidenziato su queste pagine, l’ibridazione radiotelevisiva e la multipiattaforma stanno introducendo nuove esigenze ed opportunità professionali interessanti. Per giovani e meno.
Dopo l’iniziale euforia, chi sta sperimentando la visual radio, in particolare sul DTT (fenomeno indiscutibilmente del momento), si sta rendendo conto che mettere in onda il pur bravissimo e magari telegenico speaker di turno, piuttosto che le immagini sequenziali (cosiddetta audiografica), non è la soluzione più originale ed efficace, ancorché la più immediata.
Il DTT quale estensione della piattaforma distributiva della Radio
Certo, se la tv è impiegata meramente come piattaforma distributiva – che, nel caso della radiodiffusione terrestre, coincide con la tecnica trasmissiva DTT – e non col medium televisivo in quanto tale, potrebbe bastare l’audiografica dinamica, posto che chi ne fruisce godrà esclusivamente dell’accompagnamento sonoro (la tv sarà utilizzata in luogo del ricevitore radio FM, ormai pressochè scomparso nell’indoor).
In tal senso ogni investimento contenutistico sulla componente video che andasse oltre l’arricchimento integrativo della componente audio sarebbe improduttivo sul piano sostanziale.
Il DTT quale estensione dell’offerta contenutistica radiofonica
Se invece il fine è quello di andare più in là, conseguendo un’integrazione sensoriale e pertanto lo sfruttamento della componente video in termini contenutistici (editoriale e commerciale), allora il discorso cambia. E molto.
Occorrerà, in tal senso, formare i propri speaker, dj, giornalisti ad “andare in tv”, adottando quelle tecniche di conduzione ed approcci logistici e comportamentali che non sono così scontati per un radiofonico. Necessiteranno allora corsi specifici e formatori che abbiano piena consapevolezza delle peculiarità dei due mezzi. Oltre, ovviamente, ad idee innovative per non rendere il conduttore radiofonico meramente un mezzobusto tv.
Il contorno
Sempre a livello content, alcune esigenze concrete si sono manifestate nelle prime fasi di questo nuovo connubio radiotelevisivo: adattare all’impiego televisivo video station id, sigle, liners e spot nati per un impiego (comunicativo) sonoro.
Ciò non è cosa così immediata e presuppone, oltre che di un’apposita dotazione tecnica, anche di capacità inedite per gli operatori radiofonici tradizionali.
Gli studi di produzione si adeguano
“Non potevamo non prendere atto del fenomeno delle visual radio DTT. Molti nostri clienti si sono dotati di tale strumento e ci hanno chiesto di supportarli nella realizzazione di componenti video per spot visual, ma anche per jingles, liners, station ID. Abbiamo quindi ritenuto strategico estendere a tutti tale servizio“, aveva fatto sapere qualche settimana fa fa a NL Gianluca Evangelisti di Elite Audioproduzioni di Milano, il più importante studio di produzione di spot pubblicitari radiofonici italiano, in occasione del lancio, nei mesi scorsi, una linea produttiva dedicata proprio alle visual radio DTT.
Oltre i videoclip
Non solo.
Accade frequentemente che, nei casi di visual radio, ci sia la opportunità di integrare contributi video per pezzi che non dispongono di videoclip. Oppure che non possono essere riprodotti a causa della mancanza di autorizzazioni a farlo. O ancora per via dell’originaria scarsa qualità.
Sarà quindi utile realizzare dei “surrogati visivi” per i quali, ancora una volta serviranno specifiche figure professionali ed idee.
Ancora: come negli anni ’80-’90 con gli splittaggi pubblicitari FM, serviranno delle basi visive di compensazione per accompagnare momenti informativi non coperti dalla componente video (informazioni settoriali quali meteo, viabilità, ecc.).
Desincronizzazione audio/video
“Queste opportunità sono molto più marcate di quello che si potrebbe pensare e chi le coltiverà si creerà un’area di business interessante nel prossimo futuro. Anche perché l’evoluzione della visual radio è naturalmente IP, in quanto il DTT è una piattaforma intermedia che lascerà gradatamente spazio alla fruzione online attraverso smart tv e device connessi”, commenta Stefano Cionini, partner di MCL Avvocati Associati, law firm che gestisce in esclusiva l’Area Affari Legali di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico).
Diritto d’autore e diritti connessi
“L’utilizzo di video surrogati permette peraltro di ovviare ad alcuni aspetti connessi allo sfruttamento dei diritti d’autore e dei diritti connessi. Le attuali licenze delle società di collecting, infatti, non sempre prevedono chiaramente le condizioni di estensione al video delle stesse.
Qualcuno allora sta pensando di sfruttare all’uopo contributi video HD di libero utilizzo disponibili in rete (si pensi ai video di spettacoli naturali o di evoluzioni sportive facilmente associabili a brani musicali eterogenei). Una library costituirebbe una opportunità rilvante”, conclude l’avv. Cionini.
Bianchi & Neri
Lato tecnico, la maggior parte dei produttori di regie automatiche sta adattando le proprie macchine ai servizi ibridi.
Tra i sistemi più evoluti va registrato Morpheus, playout audio/video di Nemediasoft, azienda specializzata nella automazione radiotelevisiva.
“L’ultima release di Morpheus ha tenuto conto delle indicazioni fornite dalle visual radio che hanno evidentemente esigenze diverse dalle televisioni – spiega Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia. – Un esempio su tutti: le transizioni in tv sono normalmente caratterizzate dai cosiddetti “neri” che si accompagnano ad assenza di contenuto sonoro (“bianco”). Una declinazione tv di un prodotto veicolato anche su piattaforme audio (come FM, DAB+, IP) non può invece tollerare “spazi bianchi”. L’ultima versione di Morpheus tiene conto di tale aspetto, azzerando i “vuoti” ed adattando il contenuto tv alle esigenze radiofoniche.
Gli eventi
Del fatto che nelle emittenti più giovani e virtuose la gestione degli eventi stia acquisendo un peso sempre maggiore in termini di introiti abbiano più volte qui dibattuto, cosicché basterà rilevare che la visual radio DTT è una opportunità economica che consente di aumentare le potenzialità commerciali ed artistiche di tale area di business attraverso riprese video da veicolare successivamente sui canali tv dell’emittente radiofonica.
“Se la tecnologia soccorre attraverso automatismi in fase di ripresa (esistono sistemi di facilissima collocazione negli ambienti per la cattura delle immagini per la successiva post-produzione), è però necessario che l’elaborazione del prodotto da trasmettere sia effettuata da personale formato all’uopo per assicurare la massima qualità audiovisiva”, conclude Rinaldi.
Talenti da prestare alla visual radio
Esistono poi inconsapevoli veri e propri talenti della video production nati su social come Tik Tok che potrebbero essere facilmente cooptati nella produzione di contenuti video low cost ad alta attrattività per le visual radio che volessero sperimentare nuove formule di integrazione televisiva.
Oggi, come nelle radio libere degli anni ’70, l’unico limite è quello della creatività. E’ un momento magnifico ed una grande opportunità. Per chi la vuole cogliere. (E.G. per NL)