Il 29 agosto si dovrebbe conoscere la data dello switch-off elvetico per il passaggio delle trasmissioni via etere da FM a DAB+.
In realtà cambierà poco, perché secondo le stime svizzere già ad ottobre 2019 quelli che ascoltano la radio via FM saranno meno del 30%: il 31% infatti già oggi ascolta via IP ed il 33% via DAB+, con “il 91% dei nuovi veicoli equipaggiato”, spiega Philippe Zahno, Presidente delle radio regionali francesi e Presidente del DAB+ Digital Migration Steering Group in Svizzera, anche se la partenza in Svizzera da una decina di giorni del 5G con performance superiori alle aspettative potrebbe comportare il veloce superamento dello streaming mobile rispetto al broadcasting.
In realtà l’UFCOM (Ufficio federale delle comunicazioni) in un report del Gruppo di lavoro Migrazione Digitale (GL DigiMig) del 05/06/2018 aveva dato conto della volontà di anticipare al 2021/2022 l’iniziale data del 2024 per lo switch-off della “diffusione analogica su OUC (FM, ndr) dei propri programmi“.
Allo stato, il passaggio dalla diffusione in modalità analogica a quella digitale si svolgerà in due fasi: una di switch-over, l’altra di switch-off.
La prima prevede che entro fine 2019 tutti i programmi FM dovranno essere diffusi anche in modalità digitale su una piattaforma DAB+ (oltre che, ovviamente, su IP) e, considerato che un’offerta parallela analogico digitale genererà un netto aumento dei costi di diffusione per le emittenti, la Confederazione interverrà a sostegno nell’ambito della promozione tecnologica prevedendo campagne informative tese ad invogliare il pubblico all’acquisto di apparecchi radiofonici digitali.
La seconda, ora rivista in anticipazione considerato “il trend positivo” della prima, stima “l’uscita dalla FM nel 2021 per essere completata nel 2022”, tenuto conto che ora di allora “le lacune di servizio in DAB+ saranno state colmate tutte le principali arterie stradali” e della sopravvenuta possibilità di impiego di altre tecnologie di ricezione digitale IP (“un certo numero di opzioni di retrofit sono già disponibili per i veicoli esistenti”).
La fase di supervisione del processo è stata delegata al Gruppo di lavoro Migrazione Digitale (GL DigiMig), formato nel 2013 con l’obiettivo di sviluppare una strategia comune rivolta al settore radiofonico per il passaggio coordinato dei programmi radiofonici da analogico a digitale e che riunisce i rappresentanti della SSR, dell’Associazione svizzera delle radio private (ASRP), dell’Union Romande des Radios Régionales (RRR), dell’Unione delle radio non commerciali (UNIKOM) e dell’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM).
Già il 01/12/2014 il GL DigiMig aveva consegnato il rapporto finale a Doris Leuthard, consigliera federale nonché capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni DATEC.
Il report conteneva 15 misure rivolte a diverse cerchie di destinatari che si riflettevano in una tabella di marcia per il passaggio al digitale e prevedevano che la Confederazione concedesse alla SSR e alle radio locali un lasso di tempo durante il quale organizzare la migrazione in modo responsabile e autonomo, considerando le peculiarità regionali.
Alla fine del 2017, il 39% dei programmi radiofonici in Svizzera era ancora trasmesso via FM, mentre secondo UFCOM il panorama a distanza di pochi mesi era già sensibilmente mutato. “Ora è disponibile la ricezione radio digitale tramite DAB+, reti via cavo e IP TV (il processo di ibridizzazione radiotelevisiva è ovviamente in corso anche là, ndr) e, naturalmente, IP. L’85% delle nuove auto vendute in Svizzera è equipaggiato con DAB+. La maggior parte dei paesi in Europa si sta già preparando per il digitale“, aveva dichiarato un anno e mezzo fa l’UFCOM.
Lato italiano, con l’uscita di scena della Svizzera dalla FM si registrerà un altro importante risultato: la cessazione dell’infinito contenzioso interferenziale in modulazione di frequenza con le emittenti italiane di confine. (E.G. per NL)