La maggior parte degli editori radiofonici USA sta iniziando solo ultimamente a prendere sul serio il fenomeno Smart Speaker (al quale questo periodico ha dedicato per primo attenzione), aggiungendo sempre più stazioni ai relativi aggregatori (ove i medesimi non siano terzi, come TuneIn o – nel caso italiano – FM World).
Uno dei primi soggetti ad intuire le potenzialità di questo nuovo device è stato Federated Media, società di New York specializzata nel content marketing (collega i content provider di qualità con un pubblico di 240 milioni di consumatori attraverso soluzioni pubblicitarie innovative su tutti i device digitali).
Da circa un anno, infatti, FM (alle volte il caso…) si è attivata in tal senso, attraverso la predisposizione di protocolli compatibili con l’assistente domestico Alexa di Amazon.
Una scommessa che, oggi, inizia a dare i suoi frutti: le vendite degli Smart Speaker sono in continua ascesa, così come anche il volume di utenza che, giorno dopo giorno, sceglie di fruire dei programmi radiofonici in un modo totalmente rinnovato: più veloce, con una maggiore qualità del suono e con la comodità di installare un’unica piattaforma multitasking.Soddisfazione per questa nuova tendenza è stata espressa dallo Chief Strategy Officer and Director of Programming di Federated Media, James Derby. In una sua recente intervista, pubblicata sul giornale online radioink.com, Derby si è soffermato sull’importanza per le emittenti di essere rintracciabili attraverso gli Smart Speaker, sottolineando la necessità di favorire il ritorno dell’apparecchio radio nelle case, seppur in una veste diversa.
Facendo leva sulla credibilità conquistata nel corso della sua storia, Federated Media ha, dunque, colto l’occasione per lanciarsi in questa nuova sfida, con la certezza che gli investimenti stanziati per finanziare questo progetto daranno frutti che potranno essere raccolti in breve termine: “E’ qualcosa che nell’anno 2020 arriverà ad essere presente nel 75-85% delle abitazioni. Sarebbe folle per noi non essere lì”. Dalle parole di Derby traspare tutta la sua determinazione nel voler accaparrarsi un posto di rilievo in questo nuovo mercato.
Puntare sui contenuti originali, sfruttando la finestra offerta dagli Smart Speaker, si impone necessario al fine di attirare l’attenzione di un pubblico sempre nuovo. Questo è l’obiettivo che tutti gli editori radio dovrebbero porsi, incentivando la diffusione di questi nuovi device non solo presso le abitazioni ma anche nelle auto: “Se entro in macchina e il mio cellulare è allacciato al Bluetooth, invio comandi utilizzando il riconoscimento vocale.” – prosegue Derby. “Ma se potessi entrare in macchina senza avere strumenti pre-programmati, dicendo –Play B100 (stazione radio) – sarebbe tutto più facile”.Il futuro prossimo delle aziende che operano nel campo della radiofonia, dunque, sembra proprio doversi confrontare con il mondo Smart Speaker (e quindi con gli aggregatori da cui essi prelevano i flussi streaming), i cui numeri crescono di giorno in giorno: “Nell’ultimo anno l’8-11% degli americani possiede un Echo; dunque sono incoraggiato. Sarà una cifra che crescerà nel tempo”. (A.C. per NL)