Dopo un’iniziale scarsa reattività all’invasione delle visual radio provenienti da altre regioni, le emittenti emiliano-romagnole si organizzano per il presidio del DTT.
Fuori dalla presenza di brand storici come Radio Bruno e Radio Italia Anni 60, sono infatti ormai da mesi sintonizzabili su televisori emiliano-romagnoli Radio 4 You Tv, Radio Musica Tv e BabaYaga dalla Lombardia, Radio Radio dal Lazio – e prossimamente in Toscana sull’ormai seminazionale LCN 676 – e le emittenti venete ospitate sul mux interregionale di Studio 1.
Reagisce anche nell’Emilia Romagna alla tendenza nazionale
“Dopo un lungo periodo in cui l’Emilia Romagna ha registrato uno scarso interesse nei confronti del fenomeno della visual radio DTT, nel solo corrente mese di febbraio 2020 abbiamo ricevuto tre richieste di assistenza nella procedura per l’acquisizione di un’autorizzazione FSMA con relativo LCN regionale“, commenta l’avvocato Stefano Cionini, name partner di MCL Avvocati Associati, law firm che gestisce l’Area Affari Legali di Consultmedia.
Radio Sabbia: una radio da… digitale terrestre
A confermare la tendenza indicata da Cionini, lo sbarco avvenuto a fine gennaio sul canale 662 della storica Radio Sabbia di Riccione, da qualche tempo alle prese con difficoltà di ricezione FM nelle province di Ferrara e Bologna.
“Le spinte verso il DTT derivano ovviamente dalla necessità di sopperire in primo luogo alla scomparsa dei ricevitori FM nelle case, che le più recenti stime proiettano al 30% nel 2022 con un calo progressivo che da una presenza nel 70% dell’indoor fino al 2008 ha portato all’attuale 40%”, continua l’avvocato Cionini.
Passo necessario verso la multipiattaforma
“Ma non vi è solo il problema delle radio FM entro le quattro mura a spingere le emittenti verso il DTT: la visual radio consente di integrare l’offerta in una direzione più consona alle abitudini del pubblico attuale, che non prescinde più dalle immagini. Se i metadati sono un componente tipico della radio digitale (IP e DAB+), la visual radio su DTT consente di sfruttare l’infrastruttura produttiva conseguente per presidiare le piattaforme che non prescindono da elementi visivi come lo streaming a/v sul sito, sugli aggregatori come FM World (che dispongono di un’area visual), sugli smart speaker con display e su YouTube”, conclude Cionini. (E.G. per NL)