Radio Italia, Radio DeeJay, RTL, RDS, RAI, oltre agli aggregatori FM World e TuneIn e, ovviamente, ai servizi di streaming on demand Amazon Music e Spotify, ma anche a tv come Sky TG24, sono i fornitori di contenuti già presenti su Echo, lo smart speaker di Amazon arrivato in questi giorni da noi.
Dopo le anticipazioni fornite da questo periodico nei mesi passati arriva anche in Italia lo smart speaker di Amazon: Echo, supportato dall’assistente virtuale Alexa.
Un passo avanti rispetto a Google Home poiché, a differenza di questi ultimi, alcuni modelli di Echo (gli Echo Spot) possiedono un display per poter usufruire anche delle funzioni visual abbinate allo streaming.
Nelle ultime ore sono tanti gli editori e le emittenti radiofoniche che stanno annunciando la loro presenza sul digital audio di Amazon: per usufruire dei contenuti basta utilizzare le skill predisposte. Infatti, come già accade con Google Home, tutto ciò che è presente sul telefono può essere riprodotto dal device: a fare da “tramite” tra lo smartphone e lo speaker è l’applicazione Amazon Alexa.
Gli utilizzatori non devono fare altro che selezionare i loro fornitori di contenuti preferiti, sia per le news che per la musica, per poter così ottenere una nuova forma di radio con un palinsesto personalizzato. Anche se, a dire il vero, attraverso le proprie applicazioni le radio possono scegliere di inserire contenuti originali: in questo modo gli utenti, on demand, possono ascoltare i podcast delle trasmissioni che non sono riusciti a seguire in diretta o magari le news. Salvo che ci si limiti all’ascolto in live streaming attraverso aggregatori, come FM World (già presente su Echo), in grado di far ascoltare tutte le radio presenti.
Gli investimenti sugli smart speaker stanno aumentando, così come il loro successo, e la ragione è molto semplice: gli utenti possono interfacciarsi usando la voce; un metodo facile, intuitivo e naturale.
Echo è il modello di speaker intelligente che domina attualmente negli Stati Uniti: già in commercio dal 2015, infatti, detiene circa il 70% del mercato con Google che è fermo al 25%, ma che nell’ultimo semestre è notevolmente in rialzo. Per la restante parte c’è Home Pod, lo speaker di Apple che utilizza il sistema Siri (già presente sui telefoni della mela), per il quale bisognerà ancora aspettare prima di vederlo in Italia.
Apple aveva già posticipato la presentazione degli ultimi modelli di pc portatili e vi sono soltanto rumors circa l’aggiunta di nuove lingue ad Home Pod. Un piccolo segno di arretratezza dal momento che Google Home ed Amazon Echo, già da tempo, parlano più lingue contemporaneamente e offrono molti servizi (come ad esempio la possibilità di fare ordini a domicilio).
Ma non sarà – almeno inizialmente e salvo eventuali implementazioni – una presenza scomoda nel mercato, visto che si rivolgerà ad un circuito più ristretto, poiché funzionante soltanto in combinazione con Apple Music.
Precursori dei tempi oppure incoscienti? Per saperlo bisognerà attendere come si evolverà questo mercato. (D.D. per NL)