Radio 4.0. Ecco perche’ le Radio non devono temere il 5 G, ma, anzi, cavalcarlo. Velocita’, costi di distribuzione e congestione dal 2022 saranno un ricordo. Ma occorre prepararsi oggi

5g

Il periodico Radio World ha affrontato in questi giorni un tema molto intrigante: l’approccio che i broadcaster radiofonici dovrebbero avere nei confronti del 5 G per quanto riguarda la veicolazione dei propri contenuti in un imminente futuro (5 anni) che vedrà la soluzione di gran parte delle attuali limitazioni a riguardo del live streaming audio.
Le reti 5 G genereranno velocità di connessione 10 volte più veloci del 4 G, raggiungendo oltre 1 Gbps, con una capacità di gestione contemporanea di connessioni fino a 100 volte superiore (grazie alla possibilità di utilizzare le stesse frequenze e ad una minore latenza), consentendo così agli utenti interazioni quasi in tempo reale e permettendo alle reti wireless di alimentare applicazioni come la realtà virtuale e servizi medici remoti, oggi impossibili.
Qualunque player nel settore della distribuzione dei contenuti, incluse le emittenti e i provider pure-play di Internet come Spotify e Pandora, trarrà beneficio dalla prossima generazione di sistemi wireless – scrive Radio World – E, nel caso delle radio, è loro precipuo interesse essere pronti ad abbracciare questa tecnologia e utilizzarla per fornire il miglior prodotto possibile ai propri ascoltatori. Il 5 G renderà onnipresenti, veloci e con un potenziale di gestione e veicolazione di metadati notevolmente superiore; il che consentirà di includere video di alta qualità a contenuti audio”, seguendo la tendenza all’ibridazione radiotelevisiva (o, meglio, audiovideo).

“L’introduzione graduale del 5 G fornirà alle emittenti radiofoniche ed ai content provider audiovideo in generale un significativo aumento della velocità, della capacità e delle prestazioni wireless”, ha affermato Bert Goldman, presidente di Goldman Engineering Management, società USA di ingegneria broadcast interpellata da Radio World, che ha aggiunto: “Penso che i dirigenti radiofonici e gli ingegneri broadcast dovrebbero concentrare gli sforzi per migliorare ed espandere le loro opzioni di streaming poiché l’infrastruttura 5G favorirà esponenzialmente la fruizione di contenuti via IP e la radio è in una posizione privilegiata per competere in questo nuovo ecosistema”.
Ovviamente il 5 G amplificherà a dismisura le possibilità di fruire di contenuti in streaming sulle auto interconnesse, caposaldo dell’ascolto radiofonico che le emittenti devono difendere in tutti i modi: “Il costo della distribuzione dei contenuti per le emittenti sarà ridotto, consentendo in tal modo lo streaming e l’offerta di nuovi prodotti in modo più economico”, ha affermato Goldman, secondo il quale le stazioni radiofoniche non dovranno pertanto sottovalutare la concorrenza di servizi di streaming on demand (come Spotify), considerato che la possibilità di “un download quasi immediato di audio permetterà agli utenti di compilare una playlist al volo. La capacità aggiuntiva di includere video di alta qualità con un piccolo costo aggiuntivo creerà inoltre una pressione sugli only audio content provider. Il 5 G porterà pertanto un altro sconvolgimento nel settore dei media e dell’intrattenimento”, ha sottolineato Goldman.
“Recentemente ho partecipato ad un test attraverso una rete 4 G aggiornata per gestire servizi di dati fissi ad alta capacità: la distribuzione di audio digitale a quattro siti è stata distribuita in poche ore e, una volta implementata, non ha eliminato alcun pacchetto di dati in oltre due settimane. Un sistema molto più affidabile rispetto ai servizi dati fissi del passato”, ha osservato Goldman, che ha concluso: “E si tratta di una soluzione transitoria: con la tecnologia 5 G la modalità di gestione e trasmissione dei dati a cui siamo stati abituati potrebbero essere un ricordo del passato“. (M.L. per NL)

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