Sono disponibili i dati integrali dello studio Censis, su cui ci siamo soffermati in diverse occasioni in questi giorni. I dati – a confermarne la validità – sono decisamente allineati, quanto a tendenze, ad un’analoga elaborazione resa disponibile oggi da Confindustria ed Auditel.
Cambiamenti epocali (ratificati)
Tra i tanti elementi meritevoli di riflessione offerti dallo studio Censis, ne segnaliamo alcuni che certificano un cambiamento epocale per un medium in rapidissima trasformazione. Più rapida di quanto gli stessi editori siano spesso consapevoli.
Forme di interazione
Prendiamo le forme di interazione attivate da chi segue i programmi radiofonici. “Telefonare durante i programmi”, un tempo cavallo di battaglia della radio, è una forma di interazione ormai residuale, sfruttata solo dal 10% degli utenti. Al contrario dell’accesso al sito della stazione (23,4%) – di cui più volte abbiamo rimarcato la centralità -, del seguire i profili social (20,3%) o inviare messaggi (20,1%).
Studio Censis: multidevice è la regola
Dirompente, secondo lo studio Censis (qui il documento integrale), lo spaccato dell’ascolto per device (suddiviso non su un totale di 100, considerato l’accesso a più dispositivi da parte dello stesso utente).
Autoradio domina, ma visual radio tv e smartphone sono intorno al 25% cad.
L’ascolto con apparecchi radio/autoradio rappresenta una modalità di fruizione per il 74,6% dell’utenza. Sul punto, considerato che l’80% dell’ascolto radiofonico è in auto, è lecito attendersi che tale percentuale sia quasi esclusivamente riferita all’autoradio. Circostanza rafforzata dal fatto che i ricevitori FM stand-alone sono ormai presenti solo in una casa su tre.
77,8% fruizione visual radio a casa
Di notevole impatto (ma prevedibile, come conseguenza del lockdown) il fatto che il 77,8% degli utenti fruisce della Visual Radio Tv in casa, a confermare la tendenza alla sostituzione del ricevitore FM casalingo con il televisore. Con riscontri di gradimento molto positivi.
Visual Radio anche su smartphone (in streaming)
La Visual Radio sul televisore è infatti sfruttata dal 26,3% dell’utenza, mentre una quota leggermente inferiore (25,3%) ascolta le emittenti con lo smartphone (contenuto audio). Colpisce poi che ben il 23,3% dell’utenza attinga alla Visual Radio attraverso lo smartphone (ovviamente in streaming).
Consumo dati? Non è (più) un problema
Ciò a evidente conferma che la problematica dei costi di connessione IP – come avevamo posto in evidenza su queste pagine a seguito della diffusione delle tariffe flat – è ormai ampiamente superata.
Piccoli smart speaker crescono
Ancora modesta, secondo lo studio Censis, invece la contribuzione degli smart speaker, registrata al 8,5%. Anche se in molti scommettono che si tratta del device che ha maggiori margini di crescita, insieme al pc. (E.L. per NL)