L’ultimo studio “Ratings Prospects” di Nuvoodoo, società specializzata nel digital, nelle ricerche di mercato, nel telemarketing e nel direct mail, ha fornito alcuni risultati interessanti a riguardo sia della complessità di utilizzo a fini radiofonici che dell’impatto sul medium Radio degli smart speaker negli USA, dove tali device sono cresciuti, quanto a diffusione, dal 30% dell’agosto 2017 al 43% del gennaio 2019.
In sostanza, negli USA, gli smart speaker hanno ormai superato i ricevitori FM/AM casalinghi (scesi al 40%), finendo per incidere anche sulle valutazioni delle tradizionali infrastrutture diffusive via etere, come testimoniato anche dalle recenti dichiarazioni del colosso radio iHeart.
Il dato positivo dello studio, è che il secondo impiego di un altoparlante intelligente dopo l’acquisizione di informazioni sul meteo (46%), è la sintonizzazione del flusso IP di una stazione radio FM, con una percentuale del 39% (14% per lo streaming delle radio in AM), seguito al 34% dall’impiego dello smart speaker come agenda di appuntamenti (“set a reminder“). I servizi di streaming on demand (SOD) per la somministrazione di musica, pur in notevole crescita, si collocano in questa indagine solo al 33% quanto a Spotify ed al 27% per Pandora ed Amazon Music.
E’ vero che l’ascolto sulle stazioni radio è frammentato su un elevato numero delle stesse, mentre lo streaming musicale on demand è sostanzialmente appannaggio di soli tre player (e peraltro se si valuta la fruizione su tutti i device connessi i numeri sono profondamente diversi a favore dei SOD), ma ciò è indiziario di un ciclo virtuoso che sta riportando l’ascolto radiofonico nelle case dopo il preoccupante trend negativo degli ultimi 10 anni.
Rilevante anche l’utilizzo degli smart speaker per la fruizione di podcast, che ha registrato un ottimo 14% (trend in rapida crescita), relativamente vicino all’impiego dell’altoparlante intelligente per l’ascolto di news, che segna un buon 17%.
Tuttavia sono ancora molte le difficoltà riscontrate dagli utenti nell’individuare la stazione preferita sul proprio smart speaker; alla domanda “Ha avuto problemi nel chiedere ad Alexa di sintonizzare una delle sue stazioni AM o FM preferite“, ben il 46% ha infatti e purtroppo risposto positivamente.
“E’ un fenomeno che si registra ovviamente non solo negli USA, ma anche in Italia“, commenta Giulia Cozzi della practice Radio Tv 4.0 di Consultmedia, struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico che segue da vicino lo sviluppo della fruizione di trasmissioni radiofoniche sugli smart speaker. “Sia Assistant di Google che Alexa di Amazon spesso faticano ad individuare stazioni con nomi complicati, simili o ambigui quanto a pronuncia – continua la consulente -, tanto che ai clienti suggeriamo in qualche caso l’adozione di semplificazioni, considerata l’importanza sempre maggiore che rivestiranno i comandi vocali, anche nell’automotive. Si tratta comunque di problemi che dovrebbero risolversi velocemente, considerato che gli smart speaker sono guidati da un’Intelligenza Artificiale che apprende e conseguentemente evolve di continuo. Del resto, Jeff Bezos, deus ex machina di Amazon, ha recentemente esaltato la capacità di Alexa di comprendere le richieste e rispondere alle domande, annunciando con orgoglio che il numero di learned skills (che possiamo tradurre in apprendimenti, ndr) è raddoppiato, raggiungendo la cifra record di 80.000 nuove abilità“, conclude Giulia Cozzi. (E.G. per NL)