Bob Pittman, ceo di iHeartMedia, principale player radiofonico USA (100 mln di ascoltatori settimanali), conferma il trend di cui su queste pagine abbiamo dato conto: “Gli smart speaker sono ormai i principali ricevitori radiofonici nell’indoor”.
“Non c’è dubbio che Alexa (l’assistente virtuale degli smart speaker Amazon Echo, ndr) e altri dispositivi domestici stiano sostituendo le radio tradizionali in casa – ha spiegato Pittman al periodico telematico online RadioInk (l’equivalente di Newslinet negli USA) -. L’ascolto radiofonico sta andando molto bene in macchina, in ufficio, ma anche in casa; a condizione che gli utenti, ovviamente, abbiano un ricevitore”. E qui sta il punto: la Radio, dove è presente, performa bene. Ma, appunto, deve essere in grado di farsi ricevere, cosa che diviene sempre più difficile se non si dispone di sbocchi su altre piattaforme di immediata fruibilità, come la tv ed ora gli smart speaker.
Confermando la tendenza che per primi avevamo evidenziato quattro anni fa, Pittman osserva: “Il numero di ricevitori radio in casa è diminuito ed è ormai difficile trovare [nei centri commerciali] una radio FM/AM da acquistare. Alexa quindi si è rivelata la nuova radio: i consumatori la usano proprio come la loro radiosveglia, il device audio in bagno e in cucina. Col vantaggio che, dopo un iniziale apprendimento, è più facile da usare: basta dirgli cosa fare e lei lo fa nel limite del possibile”.Anche in Italia la totalità delle grandi emittenti si è dotata di skill per Amazon Echo ed action per Google Home, nella consapevolezza che non solo non è consigliabile essere mediati dagli aggregatori come TuneIn nella fruizione (per evidenti ragioni di opportunità commerciali e di indipendenza da piattaforme terze), ma anche e soprattutto per sfruttare le potenzialità dei podcast (cioè un’ulteriore evoluzione della radio nella direzione dell’on demand) su cui tutti gli esperti sono concordi nel considerarli una delle branche radiofoniche destinate ad aver maggior sviluppo in termini di ascolto e raccolta pubblicitaria.
Intanto, la declinazione della Radio sulla multipiattaforma (IP, DAB+, DTT, sat) sta determinando un crollo dei valori degli impianti FM più rapido di quello che era stato stimato anche dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
“Due anni fa avevamo ipotizzato uno scenario che prevedeva una diminuzione del valore dei diffusori FM (ancorché ovviamente differente per aree in funzione dell’incidenza demografica e socioeconomica) nell’ordine del 5-10% annuo con un azzeramento in un periodo compreso tra 15-20 anni, quando la modulazione di frequenza lascerà lo spazio esclusivamente al vettore unico, ovviamente IP”, spiega Stefano Cionini avvocato name partner di MCL Avvocati Associati applicato all’Area Affari Legali di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico).
“In realtà, gli ultimi fatti di mercato stanno dimostrando una dinamica estremamente più rapida: non era mai successo che, nell’ambito di procedure concorsuali, aste per importanti asset su aree fondamentali del territorio andassero deserte anche alla presenza di basi economiche già al di sotto di stime condivise. La motivazione, in realtà, non è da ricondurre solo alla progressione di piattaforme alternative per la fruizione di contenuti radiofonici, anche in movimento (in auto, in particolare), quanto al fatto che i principali buyer, cioè le reti nazionali, hanno ormai completato la copertura FM dei territori principali e puntano alla capillarizzazione nelle aree minori. Accade quindi che ci sia più interesse per impianti in Sicilia che in Lombardia. In ogni caso il trend di diminuzione dei valori è inarrestabile e siamo vicini al momento in cui – e mi viene da sottolineare: finalmente!- un’impresa radiofonica verrà valutata in quanto azienda secondo principi economici-contabili tradizionali, legati a margine e marginalità e non solo per il valore dei suoi asset. Per quanto ci riguarda, non a caso, da qualche anno a questa parte in occasione della redazione di perizie di stima su imprese radiofoniche viene assegnato un valore sempre più rilevante a soggetti che presidiano efficacemente la cd. multipiattaforma, favorendo la diversificazione delle piattaforme distributive del contenuto (o dei contenuti)”. (E.G. per NL)