Dopo Audi, Volkswagen e Porsche, anche BMW sposa la tecnologia hybrid radio, adottando lo standard RadioDNS.
Le nuove vetture della casa tedesca distribuite in Europa e Nord America per sfruttare i metadati diffusi via DAB+ e IP.
RadioDNS: la multipiattaforma su quattro ruote
RadioDNS non identifica solo l’omonimo protocollo, ma è anche il dell’ente promosso dai broadcaster per favorire l’hybrid radio, cioè la radio fruibile in multipiattaforma con interscambio di vettori (FM, DAB+, IP).
Come più volte suggerito su queste pagine (con monito anche verso gli enti regolatori), RadioDNS sta infatti cercando di favorire una mediazione tra le emittenti e le case automobilistiche di tutto il mondo per realizzare un accordo quadro per gestire i contenuti delle stazioni radio sulle auto interconnesse.
Project Logo
Nel merito, RadioDNS, nell’ambito del Project Logo (che la dice lunga sul cd “pericolo icona” a cui avevamo dedicato recentemente attenzione) aveva deciso nel marzo di quest’anno di sottoporre a consultazione pubblica le “Condizioni d’uso standard” (di contenuti radiofonici, ndr), un modello di accordo tra i player radiofonici e l’automotive per superare la necessità di firmare specifici patti contrattuali, spiega l’organizzazione in una nota.
“I termini proposti sono stati elaborati sulla base del successo del modello di licenza Creative Commons, che consente ai content provider web di distribuire liberamente (cioè gratuitamente, ndr) i contenuti mantenendo però il controllo su come vengono utilizzati e proposti”, sottolinea l’ente esponenziale.
Modello contrattuale univoco
L’obiettivo del consorzio è quindi quello di definire un modello contrattuale univoco per rendere più facile la creazione di contenuti da fruire in auto senza rallentamenti determinati da vincoli burocratici.
“Vogliamo che le stazioni radio ci facciano conoscere la propria disponibilità a rendere disponibile i propri contenuti alle case costruttrici di automobili sulla base dei termini proposti e, in caso contrario, perché no”, aveva dichiarato sul tema Nick Piggott, direttore del progetto RadioDNS, che ha concluso: “Useremo tale feedback per modificare i termini proposti in modo che possano essere adottate da quante più stazioni radio possibili.”
In attesa degli esiti della consultazione pubblica
Il documento di consultazione (scaricabile qui) ha potuto essere utilizzato fino al 12/04/2019 e le risultanze saranno rese pubbliche dal Consorzio appena elaborate.
Si tratta di un passo importante che peraltro apre le porte ad un altro genere di accordo: quello con gli aggregatori indipendenti di flussi streaming radiofonici, posizione che necessita con altrettante urgenza di una regolamentazione. (E.G. per NL)