Gli analisti radiofonici sono concordi: nel 2019 i trend che hanno caratterizzato quest’anno l’evoluzione del medium radiofonico saranno confermati. In testa multipiattaforma, smart speaker, ibridazione radio/tv e colonizzazione del dashboard delle auto interconnesse.
“Gli smart speaker continueranno a crescere. L’ecosistema di Google è molto più grande di quello di Amazon, anche se, qualora si misurino solo le vendite di unità di marca Google o Amazon, quest’ultima ha ancora il sopravvento“, spiega uno dei più famoso analisti della radiofonia, James Cridland, che si autodefinisce “futurologo della radio” ed i cui interventi abbiamo più volte ospitato su queste pagine.
“Le richiesta di skill ed action per Echo (lo smart speaker di Amazon, ndr) e Home (quello di Google) sono incessanti da parte degli editori”, gli fa eco Gianluca Busi di 22HBG, la società italiana specializzata in servizi di interfacciamento di flussi streaming radiofonici sugli smart speaker ed ideatrice dell’aggregatore FM World.
“Dall’indomani del convegno milanese del novembre scorso sull’impiego radiofonico degli smart speaker, ci stiamo collocando su quasi 200 preventivi: i radiofonici sono consapevoli che non essere presenti su uno dei regali più gettonati del Natale 2018 significa incentivare i propri utenti che lo utilizzeranno a fruire di altre piattaforme per l’ascolto di musica, intrattenimento ed informazione“, sottolinea Busi.
La crescita della fruizione di contenuti radiofonici attraverso gli smart speaker è “una buona notizia per la radiofonia, considerato che in questa fase i costi di distribuzione aumentano in funzione della banda necessaria e che, in alcuni paesi, i diritti d’autore ed i diritti connessi comportano spese rilevanti”, sottolinea Cridland.
L’incidenza della diffusione analogica, naturalmente, diminuirà ovviamente sempre di più a favore delle piattaforme digitali, senza però un particolare dominio di una sull’altra, almeno in questa fase di interregno (che entro 20 anni sarà tutto IP non dovrebbe stupire nessuno).
“La radio continuerà a diventare sempre di più un mezzo multipiattaforma. Il 2018 è stato l’anno in cui AM/FM sono state utilizzate da meno del 50% dei radioascoltatori britannici – annota Cridland -: il DAB (e in misura minore, online e DTV) continua ad aumentare nella maggior parte dei paesi ed alcuni di essi sono ora impegnati verso uno switch-off delle trasmissioni FM, seguendo la guida norvegese (che ha disattivato le stazioni nazionali e molte stazioni locali nel 2017). La radio non è una piattaforma, è una cosa – uno stile di programmazione audio”.
Altro trend ribadito dagli analisti della radiofonia è il podcasting, che continuerà a crescere soprattutto grazie alla diffusione degli smart speaker.
“È ancora una piccola parte del consumo dei media, ma continuerà a crescere. Spotify ha aggiunto podcast all’inizio di quest’anno ed è emerso come un forte concorrente radiofonico anche su tale segmento (come confermato dalla stessa BBC, ndr), mentre negli Stati Uniti, l’ingresso di Pandora nel mercato contribuirà ad un upgrade della fruizione”, spiega il futurologo britannico.
Lo sviluppo della radio digitale e del podcasting importeranno nuovi formati, sempre più verticali (in UK ci sono stazioni solo per commercianti e lavoratori edili, come Fix Radio, mentre l’Australia ha una stazione commerciale per bambini da 0 a 7 anni).
Il live streaming di stazioni lineari sugli smartphone registra invece una decrescita preoccupante: “La radio musicale rappresenta una seconda scelta di fronte alle grandi opportunità a ridotto carico pubblicitario di Spotify o YouTube Music. Anche le opportunità del podcasting vanno gestite con cautela dalle talk radio”, spiega Cridland, secondo il quale “è più probabile il successo di prodotti personalizzati come Kronehit in Austria che offre un modo per associare la live radio alla possibilità di saltare brani e segmenti di trasmissione non graditi”.
“Attenzione al cruscotto dell’auto, dove si concentra la maggior fruizione radiofonica“, spiega Giovanni Madaro, uno dei consulenti ed analisti di Consultmedia, prima struttura italiana di competenze a più livelli in ambito mediatico (collegata a questo periodico), che sul tema del dashboard delle auto interconnesse effettua una importante annotazione: “Come abbiamo avuto modo di anticipare al convegno al Pirellone, al momento rispetto all’iniziale previsione di uno sviluppo senza limiti di collettori di flussi streaming come TuneIn, FM World, My Tuner, pare più probabile che ad indirizzare i flussi streaming sulle auto sarà l’intelligenza artificiale di Google (Assistant) ed Amazon (Alexa)“, .
“Che si tratti di podcasting, Spotify o altri concorrenti della radio tradizionale, quest’ultima deve essere in prima fila per continuare a competere: lavorare con la radio ibrida (recentemente codificata in ambito UE attraverso il Codice delle comunicazioni elettroniche UE) e connessa che rende l’esperienza dell’utente migliore è vitale per il successo”, conferma James Cridland.
La Radio ha davanti a sé un futuro importante anche in ambiente 4.0, anche in considerazione della sua elevata credibilità verso investitori pubblicitari ed utenti, come certificato anche dal Censis 2018. Ma non deve attendere o, peggio, subire gli sviluppi socio-economico-tecnologici: li deve anticipare. (E.G. per NL)