Radio 4.0. Al Mobile World Congress di Barcellona dominano le connected car ed il 5G. Con aggregatori al seguito

Mobile World Congress - Radio 4.0. Al Mobile World Congress di Barcellona dominano le connected car ed il 5G. Con aggregatori al seguito

Da 1 Gb di download con il 4G a 10 Gb con il 5G e con una latenza (il ritardo di comunicazione tra un dispositivo e l’altro) inferiore al millisecondo.
Al Mobile World Congress di Barcellona il 5G è ovviamente al centro dell’attenzione, insieme alle connected car, con cui, altrettanto naturalmente, la nuova tecnologia è profondamente… connessa.

Del crollo delle tariffe (o dell’introduzione di quelle flat, da noi imminenti a seguito delle politiche di dumping annunciate dal player francese in arrivo in Italia, Iliad) abbiamo parlato a lungo e diffusamente su queste pagine negli ultimi mesi, così come degli impulsi normativi sovranazionali allo sviluppo del 5G (e format intermedi) e delle auto interconnesse.Mobile World Congress 2 - Radio 4.0. Al Mobile World Congress di Barcellona dominano le connected car ed il 5G. Con aggregatori al seguitoNon stupisce quindi che a tenere banco al Mobile World Congress di Barcellona siano le infinite possibilità aperte dall’arrivo del web in auto oltre il già collaudato mirrorlink artigianale (la connessione dello smartphone  al dashboard dell’auto attraverso il bluetooth o la presa jack dell’autoradio).
E nell’ambito dell’infotainment, chiaramente, la radio in auto gioca in casa. Così su tutte le vetture di nuova produzione (presenti anche al Mobile World Congress) sono presenti soluzioni per l’ascolto ibrido (FM, DAB+, IP) con l’occhio lungo a quello che già noto essere il crocevia per l’ascolto 4.0: gli aggregatori, fenomeno su cui anche l’Agcom ha recentemente messo l’accento.

Nella stragrande parte dei casi a dominare i cruscotti europei (oltre che USA) è l’aggregatore indipendente americano TuneIn (tra i suoi finanziatori c’è Google), ma anche l’italiano FM World sta cercando di ritagliarsi uno spazio sui dashboard. Il problema per gli editori, però, è che anche alcune case automobilistiche ed alcune grandi telco stanno guardando con interesse alla possibilità di coordinare i flussi streaming delle emittenti radiofoniche più importanti (nel caso dei telefonici offrendo delle soluzioni di streaming 24 ore a costo zero per le top radio).

Una prospettiva tanto allettante per i big (che non potranno essere esclusi), quanto pericolosa per i player minori, che rischiano, se non l’esclusione, molto probabilmente una macchinosa procedura per farsi trovare oltre le 35 stazioni di default attraverso azioni che difficilmente l’utente porrà in essere. Il tutto, incredibilmente nell’indifferenza generale (degli editori interessati). (M.L. per NL)

 

 

 

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