Airable è una società tedesca (con sede a Nettetal, nella Renania Settentrionale-Vestfalia) di B2B (Business-to-business). Nel dettaglio, Airable si pone come mediatore tra le emittenti radiofoniche e le aziende produttrici di device (ricevitori IP Radio stand alone, smart speaker, smart tv, soluzioni per il car entertainment e l’automotive in generale, ecc.) nella gestione dei flussi streaming che poi, attraverso i dispositivi connessi, vengono proposti al pubblico.
Oltre l’aggregazione
Airable (che prima si chiamava TuneIn, pertanto in una condizione di omonimia col noto collettore di flussi streaming radiofonici) non è quindi un aggregatore in senso stretto, ma, come lo definisce il direttore marketing Heiko Meertz, che NL ha intervistato, un “moltiplicatore” di possibilità di ascolto per le emittenti radiofoniche. Un’importante interfaccia, in sostanza.
Interessi convergenti tra content provider audio e produttori di device
Un’attività di mediazione, quella di Airable, che favorisce l’interazione tra due esigenze convergenti quanto complesse e dinamiche: quella delle emittenti radiofoniche e dei content provider audio (podcast, ad esempio). Le prime hanno, ovviamente, il target di essere ascoltate su più device possibile. Le seconde, le aziende produttrici di quei dispositivi, hanno invece interesse a disporre di cataloghi personalizzati ed aggiornati di contenuti audio (la qualità di un aggregatore si misura anche nella gestione di un database di flussi streaming, con l’aggiornamento continuo e la rimozione di quelli obsoleti o non funzionanti).
Col cordiale Heiko Meertz abbiamo parlato a fondo dei processi di cambiamento del modello radiofonico tradizionale, dalla monopiattaforma via etere analogica (FM/AM) al DAB+ e naturalmente all’IP, attraverso il lungo percorso della cross-platform, della competizione della Radio con Spotify, del futuro della radio locale. In definitiva, della Radio 4.0.
I clienti di Airable
(Newslinet) – Chi sono i clienti di Airable?
(Heiko Meertz) – Airable è puramente un’azienda B2B. Le aziende che utilizzano i nostri cataloghi Airable.API, radio e podcast provengono in genere dall’industria di fascia alta, elettronica di consumo, telecomunicazioni e settore automobilistico. Parliamo, ad esempio, di Panasonic, Yamaha, Revox, Swisscom, Arcam, dCS, T + A, Technisat e altro. Adattiamo i cataloghi per ogni cliente, in modo che funzionino sui loro dispositivi.
I servizi di Airable
(NL) – Quali sono i servizi che offrite?
(HM) – Ci assicuriamo che le offerte di radio e podcast su Internet siano aggiornate e presentate correttamente sui device connessi. Abbiamo team di editor in Europa, negli Stati Uniti e in Asia per garantire l’aggiornamento costante di metadati e flussi di emittenti e stazioni radio IP in modo tempestivo.Ricerchiamo permanentemente le stazioni radio e i proprietari dei contenuti per mantenere i nostri cataloghi “freschi”. Parallelamente siamo contattati direttamente dalle emittenti e dalle radio IP e manteniamo aggiornati i loro metadati e come vogliono essere rappresentati.
(NL) – Airable può essere assimilato a un aggregatore radio?
(HM) – Airable sta aggregando ed elaborando media online come radio, podcast e servizi musicali in modo che questi vengano presentati e funzionanti su dispositivi. Agiamo come moltiplicatore per emittenti e stazioni radio IP.
Il nostro modello di business non è la pubblicità
(NL) – Le stazioni radio guardano con sospetto aggregatori indipendenti, come TuneIn. La radio li considera parassiti che drenano la pubblicità. Qual è il tuo punto di vista?
(HM) – Il nostro modello di business non è la pubblicità. I clienti (le aziende) ci pagano per il servizio, il software, l’API, l’infrastruttura e la manutenzione che forniamo loro. A livello contrattuale, non consentiamo ai nostri clienti di aggiungere pubblicità pre-roll, mid-roll ed in generale annunci negli streaming (e non hanno problemi ad accettarlo). Ci consideriamo un moltiplicatore per i content provider, assicurandoci che i loro stream e metadati siano presentati correttamente su dispositivi compatibili.
FM ancora a lungo. Il successo del DAB+ dipende dall’offerta
(NL) – Il periodo di cross-platform radiofonico sarà lungo?
(HM) – Sì, riteniamo che, grazie all’enorme numero di dispositivi FM presenti sul mercato, la multipiattaforma sarà uno standard obbligatorio per le emittenti per molto tempo.
(NL) – E a riguardo di DAB+ e piattaforme distributive radiofoniche digitali via etere?
(HM) – La tecnologia DAB+ offre qualità e valore aggiunto agli ascoltatori. La crescita del DAB+ dipende quindi fortemente dalla percezione di tale valore aggiunto da parte dei consumatori/ascoltatori. Nell’uso stazionario della radio riceviamo spesso feedback dal mercato che la radio su Internet è considerata un’alternativa a DAB+ dai consumatori. Dal punto di vista tecnologico ciò è discutibile, in quanto DAB+ è trasmesso da punto a multipunto, mentre la radio IP da punto a punto.
Tuttavia, nei casi in cui la ricezione DAB+ nell’indoor non è abbastanza buona, i consumatori tendono invece a utilizzare la radio su Internet. I costi di trasmissione devono tener conto della decisione su cosa trasmettere. Il canale principale viene servito tramite DAB+ (o FM), mentre online generalmente si collocano (oltre a quelli principali) anche i prodotti di nicchia (verticali, ndr). Inoltre la qualità audio delle radio IP può essere molto più elevata di quelle DAB+.
(NL) – Brand bouquet: declinazioni del marchio principale su più radio verticali (Radio One, Radio One 70, Radio One 80, Radio One 90, ecc., Fino a 100 e più stazioni). Sono una risposta valida a Spotify?
(HM) – La maggior parte dei servizi di streaming musicali on demand ha offerte “radio style” con playlist che potrebbe competere con i brand bouquet di radio “verticali”.
(NL) – A proposito di Spotify: è un concorrente per le radio?
(HM) – Potrebbe esserci una competizione sui servizi musicali e sulla radio. I servizi musicali richiedono l’interazione da parte dei consumatori e la radio ha un vantaggio in quanto “suona”. La radio fornisce notizie e contenuti editoriali, spesso fino alla città o alla regione dell’ascoltatore. Per ora non vediamo tali contenuti nei servizi musicali. Le stazioni radio Internet più popolari sono le stazioni locali per l’utente.
(NL) I progetti futuri di Airable?
(HM) – Stiamo aumentando continuamente il numero di stazioni radio e podcast nei cataloghi Airable. Forse non è noto nel settore radiofonico che stiamo abilitando servizi musicali anche su dispositivi collegati. E quindi ben venga questa intervista. (E.G. per NL)