Dopo la chiusa del nostro articolo sull’alea di mistero che permeava le dichiarazioni del direttore di Radio RAI Roberto Sergio sulla nascita di aggregatori associativi IP sullo schema dell’inglese Radio Player, il presidente di RTL 102.5, Lorenzo Suraci, ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“Credo che l’implementazione di ‘Radio Player Italia’, nell’insieme di un’offerta radiofonica moderna e al passo con i tempi, possa essere una novità molto utile e di prospettiva. ‘Radio Player Italia’, al pari di altre iniziative nel campo del digitale, è considerata da RTL 102.5 importante, per consentire al mezzo radio di prepararsi ad affrontare le nuove forme di concorrenza, che già intravvediamo. Negli anni la Radio ha mostrato una straordinaria capacità di adattamento al mutare dei gusti del pubblico e saprà certamente raccogliere e vincere la sfida dei colossi digital, anche attraverso iniziative mirate, come ‘Radio Player Italia’ che potrà certamente contare sul nostro supporto“, ha commentato Suraci sulla partecipazione del suo gruppo ad enti aggregatori associativi.
L’affermazione di Suraci segue quella di Massimiliano Montefusco di RDS, che aveva già dichiarato il suo appoggio all’aggregatore e, a quanto risulta a questo periodico, della partita dovrebbe essere anche il Gruppo GEDI, attraverso Elemedia, titolare di Radio Dee Jay, m2o, Radio Capital e relativi brand bouquet.
Potrebbe, invece, non far parte di un progetto di aggregatori associativi Radiomediaset, che invece sembra lanciata nell’affermazione del brand bouquet captive United Music, che sarà potenziato con importanti ulteriori declinazioni dei marchi di Radio 105, R 101, Virgin Radio, RMC, Radio Subasio.
Non è chiaro se dell’associazione RP faranno parte anche radio locali, magari top player, oppure se il consesso sarà riservato alle nazionali, anche se “Tutto ciò fa bene all’affermazione della radio digitale”, commenta Stefano Cionini, avvocato di MCL Avvocati Associati e coordinatore della practice Radio Tv 4.0 di Consultmedia, che recentemente ha siglato con 22HBG, titolare del più importante aggregatore italiano indipendente (cioè non captive e non associativo) di flussi streaming FM World.
“Le app più importanti diventano piattaforme, come dimostrano Spotify, DAZN, Netflix, Amazon, TuneIn (che di fatto sono appunto app) e nel futuro si assisterà ad una ulteriore tendenza aggregatrice, mirata a trattenere l’utenza su tali vettori. Il caso, portato all’evidenza da Newslinet, di Sky che sulla propria piattaforma IP (per le smart tv) ospiterà anche DAZN e Spotify, pure presenti sulle smart tv, è emblematico“, continua Cionini.“FM World è un aggregatore affermato, che ospita gran parte delle radio italiane, locali e nazionali”, che ben può convivere con altre iniziative che colonizzeranno il cruscotto delle auto interconnesse nell’era 5G e gli smart speaker, device che presuppongono la presenza di collettori di flussi streaming per l’organizzazione la fruizione di contenuti.
“Dopo il primo articolo di NL sulla j.v. tra Consultmedia e 22HBG, abbiamo ricevuto decine di richieste per conoscere le opportunità dei servizi premium di FM World, volti soprattutto ad integrare i contenuti radiofonici in podcasting e la gestione dei brand bouquet dei singoli editori. A novembre, a Milano, in occasione di un importante evento, avremo modo di illustrare tali opportunità, che di qui a breve costituiranno uno dei banchi di prova della Radio 4.0″, conclude il name partner di MCL. (E.G. per NL)