Nella sua ricognizione sul comparto radiofonico italiano, l’Agcom si è soffermata a lungo sullo sviluppo del cd. webcasting, cioè la veicolazione di contenuti radiofonici (non necessariamente solo audio) via IP.
“Dal punto di vista tecnico, la radio via Internet o web radio si basa sullo streaming live che permette alle stazioni radiofoniche di inviare i propri programmi radiofonici agli utenti via Internet – introduce l’Agcom -. Per mezzo di questa tecnica l’utente non deve effettuare il download di ogni programma ma la sorgente dati trasmette piccole porzioni di dati (di solito in formato MP3 o AAC) in un flusso continuo. Per effettuare una diretta streaming è necessario un dispositivo di ripresa audio, un encoder che prende i flussi audio ingresso e comprime il flusso digitale (lo streaming) in uscita, un dispositivo di connessione alla rete Internet, che converte il flusso dei dati in pacchetti IP e un media-server (piattaforma di streaming), in grado di gestire e diffondere tale flusso”.
Per quanto riguarda l’operazione di compressione del segnale audio la tecnica più utilizzata è l’MP3 ed oltre al protocollo RTSP diversi media-server per live streaming utilizzano anche l’RTP (Real-time Transport Protocol), mentre altri, anche proprietari, sono stati sviluppati ad hoc per questo tipo di servizio.
L’ente per le garanzie nelle tlc rileva poi che “la maggior parte degli operatori radiofonici mette a disposizione degli utenti apposite applicazioni proprietarie (app) per accedere tramite terminali mobili (smartphone e tablet) o comunque connessi (inclusi PC e smart TV) al flusso live di contenuti e programmi selezionati. Per superare i problemi legati alla gestione di numerose stazioni radio su uno stesso terminale, gli operatori hanno inoltre sviluppato specifiche applicazioni che, fungendo da aggregatori, permettono di effettuare ricerche in rete di radio italiane o straniere (indicizzate per genere musicale, nazione,..), ma anche di contenuti, podcast e singoli brani per artista”.
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Con riferimento alle modalità di ricezione dei servizi radio via Internet, dalle informazioni raccolte nel corso dell’analisi condotta, è emerso che, oltre ai dispositivi connessi ad Internet (come PC, smartphone, tablet, ecc.) “recentemente sono stati messi sul mercato anche ricevitori “ad hoc” per le web radio. Tali ricevitori, collegati tramite una connessione wi-fi o con un cavo ethernet alla rete fissa a banda larga, offrono generalmente la possibilità di ascoltare, oltre alle web radio, anche le radio che trasmettono in modulazione di frequenza (FM) e con il sistema digitale DAB”.
Nel settore automobilistico per la fruizione di servizi di streaming di contenuti radiofonici o multimediali viene invece comunemente utilizzato uno smartphone connesso via Bluetooth con il dispositivo radio dell’autovettura (lo smartphone funge in questo caso da mini-trasmettitore che invia il flusso dati alla presa Bluetooth integrata o installata nella radio del veicolo): in pratica, una forma artigianale di mirrorlink.
Per quanto riguarda i vantaggi delle radio diffuse tramite Internet, Agcom “evidenzia la possibilità per l’utente di accedere, in modalità sia fissa sia mobile, ad un elevato numero di servizi radiofonici che non sarebbe in grado di ricevere a causa delle limitazioni intrinseche (coperture radio) nelle tecniche classiche di radiodiffusione (in particolare terrestri) nonché dei problemi di interferenza. Inoltre, l’utente può usufruire di numerosi servizi aggiuntivi, tra cui l’ascolto di programmi precedentemente diffusi (catch-up). Dal lato delle emittenti, infine, la realizzazione e gestione di una web radio risulta economicamente molto meno onerosa rispetto alle forme tradizionali di trasmissione radiofonica. Pertanto, per i soggetti che svolgono l’attività di radiodiffusione sonora via etere terrestre, il c.d. “simulcast” attraverso Internet è un elemento aggiuntivo che non presenta costi particolarmente onerosi tranne per l’accesso garantito alla rete Internet”.
D’altro verso, secondo l’Autorità, “i principali svantaggi della radio via Internet riguardano la necessità da parte dell’utente di disporre di una connessione Internet (alla rete a larga banda, fissa o mobile), i costi di tale connessione e la disponibilità di banda (in termini di copertura e qualità della connessione)”.
Ora, se relativamente ai costi l’introduzione delle tariffe sostanzialmente flat (si assume come “sostanzialmente flat” un pacchetto che garantisce almeno 30 GB al mese) per le connessioni in mobilità da parte praticamente di tutti gli operatori sta conducendo al rapido superamento del problema, circa la capacità di banda, Agcom rileva come tale aspetto possa “risultare critico, in particolar modo nel caso di ricezione in mobilità e nelle aree extra-urbane (come per esempio in alcuni tratti autostradali, non coperti adeguatamente dalle attuali reti radiomobili). In prospettiva, le reti mobili 5G (una volta a regime) dovrebbero consentire una maggiore capillarità del servizio rispetto a quelle 4G, in particolare per quanto concerne le zone extra-urbane“. (E.G. per NL)