L’analisi condotta da Agcom sul mercato della radiofonia ha messo in evidenza la rapida evoluzione derivante dai processi di digitalizzazione e dallo sviluppo di Internet che hanno consentito la diffusione di modalità alternative di produzione, distribuzione e fruizione di contenuti radiofonici sul nuovo mezzo di comunicazione.
È possibile, innanzitutto, individuare un’offerta di contenuti radiofonici fruibili gratuitamente all’interno delle pagine web e/o delle applicazioni per device mobili delle emittenti radiofoniche (attive sia in ambito nazionale, sia in ambito locale), delle web radio, nonché delle piattaforme di aggregazione (di contenuti radiofonici), dei portali, dei motori di ricerca, dei social network. Fra i numerosi servizi e prodotti messi a disposizione da tali piattaforme, accanto alla fruizione personalizzata di contenuti esclusivamente audio (podcast, singoli brani per artista, selezione di programmi) ovvero di altra natura (audiovisivi, testuali), si riscontra la possibilità di ascoltare contenuti radiofonici in streaming, l’offerta di servizi di indicizzazione e ricerca delle emittenti radiofoniche disponibili attraverso il web.
Dal lato domanda, i contenuti radiofonici accessibili sul web gratuitamente “presentano delle similitudini rispetto ai servizi radiofonici tradizionali, mentre sotto il profilo dell’offerta, le attività di webcasting di contenuti radiofonici presentano delle caratteristiche distintive rispetto agli altri prodotti radiofonici”.
Nel dettaglio, Agcom osserva “come i fornitori di contenuti radiofonici fruibili gratuitamente all’interno di pagine web, adottino modelli di business basati fondamentalmente sulle logiche sottostanti ai mercati di tipo multi-sided”. Questi ultimi, noti anche come two-sided markets o two-sided networks, fanno riferimento a piattaforme che abbinano due o più gruppi di clienti distinti ma interdipendenti, creando valore comportandosi come intermediari, connettendo i gruppi stessi. Ciò che lega i gruppi di clienti dell’organizzazione è la piattaforma, che fornisce l’infrastruttura e le regole che facilitano il dialogo fra i diversi gruppi. In alcuni casi la piattaforma è costituita da prodotti fisici, come per le carte di credito dove è necessaria la tessera per l’acquirente e il terminale di autorizzazione per il venditore. Nella maggioranza dei casi invece la piattaforma è digitale, come nel caso di eBay, Google, Financial Times, Facebook, iTunes, ecc.
“In tale contesto – spiega Agcom – rilevano in modo particolare le relazioni economiche tra diversi attori intermediati dalla piattaforma, quali, ad esempio, gli inserzionisti pubblicitari e i produttori professionali di contenuti. Analizzando, pertanto, la struttura dei ricavi sottostante l’erogazione dei servizi radiofonici via web, si possono riscontrare delle analogie rispetto al modello di business che contraddistingue l’erogazione dei servizi radiofonici tradizionali. Tuttavia, occorre notare che gli operatori attivi sul web appaiono essere, piuttosto, in concorrenza con tutti gli altri attori presenti su Internet al fine di attrarre risorse economiche nel versante degli inserzionisti”.
In questo senso, come affermato dall’Autorità in diverse occasioni, si riscontra che la raccolta pubblicitaria online, in linea con gli orientamenti comunitari e nazionali, costituisce un ambito di mercato distinto da quello della raccolta pubblicitaria diffusa sugli altri mezzi di comunicazione, fra cui la radio (rientrando, comunque, nell’ambito di applicazione del Testo Unico Servizi Media Audiovisivi e Radiofonici, con acronimo TUSMAR).
Da queste considerazioni, tenuto conto della natura delle risorse economiche che sostengono l’attività, nonché delle specificità delle transazioni economiche che si instaurano fra i diversi attori intermediati dalle piattaforme online, secondo l’Agcom “è ragionevole ipotizzare che i servizi che offrono gratuitamente contenuti radiofonici sul web appartengano ad un ambito merceologico distinto rispetto ai servizi radiofonici oggetto del presente procedimento.
Nell’ipotesi in cui si ritenesse opportuna una diversa delimitazione merceologica, tenuto conto dell’esiguità dei ricavi derivanti dai servizi radiofonici diffusi online, una loro eventuale inclusione nel mercato del prodotto non influirebbe sull’analisi dei mercati che sarà effettuata nel corso della Fase 2 della presente istruttoria. In ogni caso, si rileva che le dinamiche caratterizzanti tali servizi producono, comunque, effetti sul livello di concorrenza all’interno del Sistema Integrato delle Comunicazioni e, pertanto, ai sensi dell’articolo 43, comma 2 del TUSMAR, potranno essere oggetto di valutazione nella fase successiva di tale procedimento”.
Accanto ai servizi radiofonici accessibili gratuitamente sono disponibili in rete offerte anche a pagamento di contenuti musicali e/o in parte assimilabili a quelli radiofonici. In questo specifico caso, tali prodotti si differenziano dai servizi radiofonici tradizionali sia dal punto di vista della domanda sia da quello dell’offerta, in ragione delle caratteristiche dei contenuti offerti (principalmente playlist o comunque selezioni musicali), della natura delle relazioni economiche sottostanti nei diversi versanti, nonché del modello di business per il finanziamento del servizio. (E.G. per NL)