22HBG e Consultmedia instradano le emittenti radiofoniche sugli smart speaker Google Home, crocevia della radiofonia del futuro.
Che il futuro dell’ascolto radiofonico nell’indoor passerà dagli altoparlanti intelligenti che governeranno (insieme agli smartphone) tutti i device smart casalinghi, è pacifico. Che attraverso gli smart speaker la radio cambierà modello fruitivo, passando dal live streaming al podcasting, è altrettanto scontato e su queste pagine ne abbiamo dato ampiamente conto da mesi.
E’ però opportuno precisare che affinché smart speaker come Google Home o Echo di Amazon possano indicizzare i podcast delle stazioni è necessario seguire una complessa procedura che consenta di conseguire la review for production che sarà valutata in accordo con linee guida dei gestori degli assistenti (Google Home per Google ed Alexa per Amazon).
22HBG, la società proprietaria del noto aggregatore di flussi streaming FM World, è da tempo impegnata su tale fronte, così come su quello delle smart tv, insieme al dipartimento Radio Tv 4.0 di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico) ed ha definito i primi processi di validazione per gli smart speaker Google Home (Echo di Amazon non è ancora in vendita in Italia).
Il video che riportiamo mostra l’app di NBC Milano, la test station utilizzata da Consultmedia e 22HBG per le sperimentazioni Radio 4.0, su Google Home che consentirà non solo di ascoltare le trasmissioni dell’emittente senza la mediazione di TuneIn (aggregatore radiofonico preferenziale di Google), ma anche di accedere ai podcast della stazione e agli altri servizi.
“Il consolidamento degli smart speaker nelle abitudini degli italiani cambierà radicalmente le modalità di approccio al medium radiofonico, nell’immediato nell’indoor, ma successivamente anche nell’outdoor e, in particolare, nelle connected car“, commenta Massimo Lualdi, avvocato partner di Consultmedia e direttore di questo periodico (nella foto in occasione del convegno di Ferrara sugli smart speaker organizzato da 22HBG insieme alla stessa Consultmedia).
“Dalla Radio subìta, passiva, passeremo a quella on demand, che risponde alle interrogazioni dell’utente. Il live streaming sarà poca cosa rispetto all’esplosione del podcast, che negli smart speaker troverà il suo humus. D’altra parte, se su Google Home Spotify (che terrorizza la BBC) ha una corsia preferenziale per l’ascolto musicale, ponendosi in aperta competizione con le emittenti radiofoniche che hanno della musica l’asse portante, in ambito podcasting sostanzialmente – almeno per ora – si confrontano solo con gli audiolibri. Un esempio per tutti: se si chiede a Google Home di conoscere le ultime news, di default il device farà ascoltare l’ultimo notiziario trasmesso da Radio Capital.
Con una procedura in verità un po’ tortuosa si può in realtà indottrinare lo smart speaker affinché faccia ascoltare altre news tra quelle validate da Google Home, ma è probabile che la gran parte dell’utenza si affiderà alla preimpostazione del device. Nel caso in esame un vantaggio enorme per l’emittente di Elemedia, che rende l’idea dell’importanza del presidio. Le emittenti devono quindi lavorare moltissimo per sfruttare le opportunità del podcasting, che in Italia rappresenta meno dell’1% dell’audience radiofonica, ma che negli USA sta raggiungendo cifre significative di fruizione. Tra l’altro, il podcast apre le porte ad infiniti sfruttamenti commerciali, attraverso la creazione di contenuti tarati sull’esigenza degli inserzionisti che nel live streaming difficilmente troverebbero collocazione.
Serviranno specialisti del podcast in grado di adeguare i contenuti alla fruizione attraverso smart speaker, ma soprattutto un opportuno indottrinamento degli ascoltatori per favorirne l’impiego prima che autonomamente si indirizzino verso altri contenuti analoghi non radiofonici. Una considerazione conclusiva: in tutti i mercati dove è stato introdotto, l’utilizzo degli smart speaker aumenta mediamente del 15% ogni anno. Viceversa, la presenza dei ricevitori FM si è già ridotta nell’indoor al 40%”, conclude Lualdi. (E.G. per NL)