Delle enormi potenzialità dei cd. “brand bouquet IP“, cioè le declinazioni del brand principale (esempio Radio 105) in sottoprodotti tematici (es. 105 Classics, 105 Hits, ecc.), abbiamo ampiamente parlato su queste pagine.
Le novità che affrontiamo oggi riguardano due fatti a nostro avviso rilevanti dell’indirizzo assunto dalla questione: l’arrivo dei primi casi importanti sugli aggregatori e le cd. multiapp.
Relativamente al primo evento è da segnalare il recente sbarco su FM World, l’aggregatore tricolore di 22HBG, che ormai è il riferimento italiano per la gestione dei flussi streaming delle radio FM e delle principali web radio, dei brand bouquet delle emittenti di Radiomediaset (Radio 105, R101, Virgin). Non è il primo caso: da tempo FM World ospita quantomeno i brand bouquet di LolliRadio e di Otto FM; ma è indiziario di una tendenza che è destinata ad esplodere nei prossimi mesi, così come lo è stato quest’anno il fenomeno della visual radio sul DTT, che continuerà ed anzi si intensificherà nel 2018.A riguardo di quest’ultimo, si ritiene che a regime (entro due anni) praticamente tutte le emittenti nazionali e locali di rilievo avranno forme di visual radio, anche se non necessariamente solo su DTT (l’interesse è marcato anche per le smart tv, che nel 2020 costituiranno il 90% del parco tv e nel 2022 il 100% e, ancorché in misura minore, per il sat).
“Ho fatto una profonda riflessione – commenta Max Pandini, noto professionista radiofonico già intervenuto la scorsa settimana su queste pagine con un contributo sull’argomento andato immediatamente in top click – dopo che un millenial mi aveva aperto un mondo, mostrandomi come lui e tantissimi sui coetanei (e non solo) che giocano online, hanno un bot per ascoltare musica che può sintonizzare le radio e consigliare l’emittente preferita agli altri giocatori. Delle stazioni italiane hanno sintonizzato e condiviso Kiss Kiss e Radio Globo, mentre altre pur di rilievo, come Deejay, sarebbero assenti. Sono sempre più convinto che l’assioma ”i giovani non ascoltano la radio” sia da tradurre in ”non ascoltano la radio attraverso l’FM”.
D’altra parte, i giovani (e non solo loro, ormai), trascorrono gran parte del tempo online: la pretesa di intercettarli con piattaforme diverse si traduce necessariamente in un fallimento annunciato. “Se proponi musica giovane in un centro per anziani, non aspettarti che i giovani vengano a ballare da te”, ironizza Stefano Apicella, responsabile del progetto di ibridazione radiofonica per Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico) che in queste settimane insieme a 22HBG sta sperimentando la nuova app FM World per smart tv attraverso la test station NBC Milano.
L’indagine d’ascolto TER ha premiato sopra ogni misura il fenomeno dell’ibridizzazione radiofonica attraverso visual radio, ma rimane sempre un modello di rilevazione che valorizza brand molto forti. “Perché allora non sfruttare la potenza di marchi consolidati moltiplicandoli?”, interviene Giovanni Madaro, economista di Consultmedia. “Il brand bouquet IP, che con le smart tv potrà essere sviluppato senza problemi e costi particolari, è una fenomenale macchina da guerra per l’autogenerazione di rendite di posizione legate al marchio principale e per lo sviluppo della digital adv”.
“Nel 2018 proporremo soluzioni innovative legate a FM-World, offrendo alle emittenti, oltre allo sviluppo verso le smart tv, anche opportunità per la gestione della digital adv”, interviene Gianluca Busi di 22HBG, la società che ha realizzato e gestisce FM World e che partecipa al progetto di ibridazione radiofonica di Consultmedia.
Ma, come detto in apertura, un altro fatto di rilievo di profila all’orizzonte della Radio 4.0: la multiapp. Il brand bouquet si presta all’aggregazione in un’unica app: “Perché scaricare quattro app per ascoltare quattro stazioni del medesimo brand quando esse potrebbero essere inserite nella stessa?”, commenta Busi. “22HBG, anche in questo caso, sta realizzando multiapp per le radio che dispongono di brand bouquet: attraverso l’applicazione principale con un semplice click si può passare da una radio all’altra della stessa famiglia, compresa la declinazione visual”.
Soluzioni che appaiono perfette per lo sviluppo dell’ascolto IP sulle connected car, dove il problema dell’aggregazione sarà fondamentale.
“Abbiamo contatti stretti con alcuni leader dell’automotive che ci hanno chiesto di condurre studi sull’argomento, in quanto l’aggregatore è considerato il crocevia dell’entertainment in-car“, spiega Massimo Lualdi, avvocato di Consultmedia. “Non siamo più alla vigilia di una rivoluzione: ci troviamo già nella stessa. La multipiattaforma non è un’opportunità, ma un’esigenza concreta, immediata. Sviluppare la presenza delle radio oltre all’ancora indispensabile FM anche su tutti gli altri carrier accessibili (IP, DTT, DAB+, sat, smart tv)“. (E.G. per NL)