Qual è lo stato della radio via etere sui veicoli statunitensi? Secondo il 2024 In-Vehicle Visuals Report di Quu pubblicato il 9 aprile, è praticamente onnipresente.
Ma non ha più il monopolio poiché, secondo lo studio, il numero medio di fonti audio in un veicolo è salito a 6,3.
Se la FM è presente nel 100% dei principali veicoli americani venduti nel 2023, l’AM lo è per il 98%, esattamente come i sistemi Android Auto ed Apple CarPlay, mentre l’HD Radio (il sistema digitale via etere associata alle portanti FM) lo è solo nel 70% dei casi, molto meno della radio satellitare, inserita sul 92% dei veicoli.
Sintesi
“L’era delle due manopole, dei sei preset e del lettore CD è ormai nello specchietto retrovisore”, afferma l’analista e futurologo radiofonico Fred Jacobs, che ha contribuito con analisi e commenti al rapporto.
Ben il 98% dei veicoli venduti nel 2023 era equipaggiato con sistemi Android Auto ed Apple CarPlay, contro il 70% di quelli con HD Radio ed il 92% della radio satellitare SiriusXM. La radio digitale, pertanto, è principalmente streaming.
2024 In-Vehicle Visuals Report
Secondo il rapporto 2024 In-Vehicle Visuals Report di Quu, società americana produttrice di software per la veicolazione di immagini e video per finalità commerciali sui display delle auto, tra i 100 veicoli più venduti nel 2023 (qui per consultare), il 100% è dotato di radio FM e il 98% di radio AM e ben il 70% dei nuovi veicoli sono dotati di radio HD/IBOC (standard che consente di veicolare fino a due stazioni digitali associate alla frequenza FM).
I super concorrenti del ricevitore FM/AM
Tuttavia va considerato che la radio via etere (FM/AM/HD Radio) ora condivide il cruscotto anche con piattaforma satellitare SiriusXM, presente nel 92% dei veicoli analizzati e soprattutto con Android Auto e Apple CarPlay, presenti nel 98% dei veicoli. In altre parole, i due sistemi per l’ascolto in streaming sono onnipresenti quanto la radio AM e quasi al pari della FM.
Ci sono progressi per la radio sui veicoli?
“Il 2024 In-Vehicle Visuals Report funge da parametro cruciale per verificare lo stato delle trasmissioni radiofoniche, aiutandoci a capire se stiamo facendo progressi nel settore dei veicoli o meno. Man mano che lo status della radio si evolverà negli anni futuri, ne terremo traccia”, ha affermato Steve Newberry, CEO di Quu.
Lo streaming on demand con app native
Non solo: il rapporto indica che il 20% dei 100 veicoli più venduti nel 2023 dispone di app di streaming integrate (Spotify, Pandora, Apple Music, ma anche del colosso radiofonico iHeartMedia.).
Radio sempre più visual anche su quattro ruote
Il 2024 In-Vehicle Visuals Report mostra inoltre che il 100% dei veicoli testati riceve visualizzazioni testuali ed il 60% anche visualizzazioni di immagini (brani, artisti, loghi delle stazioni).
One click per 1/3
In più di un terzo dei veicoli esaminati, la radio non è nascosta in un touch screen: il 36% dei veicoli più venduti nel 2023 ha un pulsante di opzione.
La radio non sta scomparendo, ma non ha più il monopolio
“Chi dice che le radio AM/FM stanno scomparendo dalle auto esagera”, afferma Newberry. “Il mezzo gode ancora di una distribuzione universale. Ma non è più un monopolio: Sirius/XM, Android Auto e Apple CarPlay sono accessibili quanto le bande AM/FM, consentendo l’immediata fruizione di contenuti personalizzati, musica, podcast e audiolibri.
Dashboard sempre più affollato
Il dashboard si sta affollando e le stazioni AM/FM devono valorizzazione i propri contenuti per rimanere in prima fila nell’offerta”, osserva Newberry.
App streaming native sempre più diffuse
Le app di streaming audio stanno diventando sempre più diffuse nel settore automobilistico e lo studio 2024 In-Vehicle Visuals Report identifica due case automobilistiche in testa.
GM e Toyota più propense alle app di streaming on demand che alla HD Radio
Secondo il rapporto di Quu, General Motors e Toyota propendono verso le app di streaming integrate a dispetto della tecnologia HD Radio.
L’anomalia di GM
Sebbene, come detto, il 70% dei veicoli più venduti nel 2023 sia dotato di HD Radio, i veicoli GM rappresentano un’anomalia: col 19% dei veicoli analizzati, a fronte del 3% di quelli dotati del formato digitale via radio IBOC.
Altre case seguiranno
“Dobbiamo aspettarci che anche altre case automobilistiche seguiranno la tendenza di integrare app di streaming on demand in forma nativa”, avverte Newberry.
Il quadro più generale nel mondo
Lo studio 2024 In-Vehicle Visuals Report conferma quindi che il settore automotive non è concorde nel disintermediare la somministrazione di contenuti IP sulle vetture dai principali sistemi Apple CarPlay e Android Auto (come detto, preinstallati sulla quasi totalità delle auto di nuova produzione) a favore di piattaforme captive, come annunciato da General Motors (per Apple CarPlay su veicoli elettrici).
La posizione di Volvo
Jim Rowan, l’ex COO di Blackberry diventato CEO di Volvo, lo ritiene un grave errore: “Ci sono 7 miliardi di smartphone Android ed iOS (6,8 miliardi per la precisione, ndr). Tutti potenzialmente in grado di interagire con il dashboard delle auto di ultima generazione”.
Il futuro di Volvo secondo Rowan
“Vogliamo offrire ai clienti Volvo la possibilità di scegliere tra Android Auto o Apple CarPlay, sia che si tratti delle diverse app che si possono scaricare sull’auto.
User friendly
O semplicemente la comodità di avere il proprio iPhone o il dispositivo Android collegato direttamente (e senza soluzione di continuità) con la vettura (in mirrorlink, ndr)”, aveva dichiarato qualche settimana fa il CEO Volvo a The Verge.
L’humus che ha condotto alla decisione di General Motors e l’assenza di una prominence per i servizi di media a/v di interesse generale
Per parte nostra, esattamente un anno fa, osservavamo come, in assenza di un coordinamento forte e di un’imposizione regolamentare di stampo sovranazionale che imponesse l’accesso preferenziale a servizi di media audiovisivi di interesse generale (la Radio, nel caso di specie) – una procedura definitiva “prominence” – le case automobilistiche si sarebbero progressivamente organizzate per intermediare direttamente i contenuti audio sui propri mezzi.
Disintermediazione…
A supporto di tale convinzione, riportavamo l’annuncio di General Motors (GM) di una graduale eliminazione di Apple CarPlay dai propri veicoli elettrici a favore di un sistema proprietario.
… parziale
Il quale avrebbe avuto, comunque, accesso a Google Maps e Google Assistant (in definitiva, il mondo Android) ed un sistema di comando vocale, senza costi aggiuntivi per otto anni.
Emarginazione
In definitiva, una joint venture GM-Google che avrebbe emarginato Apple, ma, potenzialmente, anche la Radio. Un precedente pericolosissimo, scrivevamo.
Spotify onnipresente
Nel dettaglio, GM a marzo del 2023 aveva annunciato che i suoi futuri sistemi di infotainment (inizialmente solo per i veicoli elettrici) avrebbero offerto applicazioni di streaming audio on demand come Spotify (integrato dall’app podcast Spot.N), Audible (podcast di Amazon) e altre piattaforme oggi sfruttate attraverso il cd mirrorlink con smartphone.
Business is business
La motivazione era scontata: “Riteniamo che ci siano opportunità di business per noi attraverso la vendita di servizi pay”, aveva affermato Edward Kummer, chief digital officer di GM.
Prospettiva di 2o-25 mld di servizi pay
Per dare un’idea della portata della questione, l’amministratore delegato di GM, Mary Barra, puntava ad un fatturato annuo da 20 a 25 miliardi di dollari da abbonamenti entro il 2030.
Il dado è tratto
Non si trattava, tuttavia, di una estromissione completa per Apple: GM prevedeva di continuare a offrire i sistemi di mirroring Apple CarPlay e Android Auto nei suoi modelli di autovetture ed i proprietari di veicoli dotati delle tecnologie bluetooth sarebbero stati ancora in grado di utilizzare tali sistemi.
Accesso residuale
“I conducenti sarebbero stati inoltre in grado di ascoltare musica o effettuare chiamate telefoniche su iPhone o smartphone Android utilizzando la connettività wireless bluetooth”, aveva affermato GM.
Scelta condizionata
Ma, osservavamo che ciò poco contava, visto che la maggiore complicazione di impiego delle soluzioni Apple o, vista dall’altra parte, la semplificazione di quelle GM e Google, avrebbe spinto inevitabilmente l’utente verso queste ultime.
Broadcaster scoordinati ed emarginati
Si trattava – sottolineavamo – dell’ennesimo segnale che l’assenza di un coordinamento efficace dei broadcaster sul tema avrebbe spinto sempre di più i media tradizionali in un angolo a favore dei giganti del web, gli OTT.
Prominence
Per questo motivo in Europa ed in particolare in Italia, dove l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni si era mostrata estremamente sensibile sul tema, erano state già avviate le procedure sul tema della prominence dei servizi di media audiovisivi di interesse generale (la radio e tv lineare via etere, per intenderci).
Dopo un anno
Ma, a distanza di un anno, quale è la situazione?
Fermo restando che, lato prominence, la procedura nazionale è ancora in alto mare (con audizioni in corso da parte di Agcom con gli stakeholders limitatamente all’icona nella main page delle smart tv per i canali lineari DTT), come detto in apertura, il settore dell’automotive non è affatto concorde sul punto.
Da una parte…
Da una parte c’è GM e i brand che hanno aderito alla hybrid radio DTS AutoStage, che però non escludono Android Auto ed Apple CarPlay.
… e dall’altra
Dall’altra, le case automobilistiche che per ora non hanno manifestato posizioni a riguardo della dotazione di sistemi captive, ma che nel mentre ospitano le due piattaforme interfacciate ai sistemi operativi Android e iOS.
DTS AutoStage
Ricordiamo che DTS AutoStage è una piattaforma integrata, flessibile e dotata di scalabilità e sicurezza per la gestione dell’infotainment di nuova generazione attraverso I.A. sulle automobili per la cd. hybrid radio (sistema di interscambio tra i vettori FM, DAB, HD Radio, IP) di Xperi Inc., società tecnologica americana con sede a San Jose, in California, che sviluppa soluzioni software per l’elettronica di consumo e le auto connesse.
In breve
In definitiva, DTSAutoStage, quale sistema radio ibrido (che incorpora sia la ricezione di trasmissioni over-the-air, come FM, AM, DAB+/HD Radio/SiriusXM, che over-ip, cioè streaming) cerca di colmare il gap esistente tra l’autoradio tradizionale (esclusivamente over-the-air) ed i sistemi Android Auto, Apple CarPlay o comunque il mirrorlink con lo smartphone.
Vantaggi
I vantaggi per l’utente consistono, ovviamente, nell’utilizzo alternato delle piattaforme, con scelta preferenziale legata alla miglior diffusione, al risparmio di dati ed alla fornitura di servizi accessori (metadati, immagini, interazioni, ecc.).
Livello superiore a Android Auto ed Apple CarPlay
Come detto, DTSAutoStage si pone su un livello diverso e superiore a quello dei sistemi Android Auto od Apple CarPlay che, naturalmente, possono somministrare solo contenuti radiofonici in streaming.
One click
Andando nella direzione del one-click sollecitato dai broadcaster che, puntando sulla disintermediazione, non vogliono che le piattaforme via etere siano emarginate sul cruscotto delle auto.
Vantaggi per i broadcaster
I broadcaster che collaborano con DTSAutoStage (in Europa ci sono già accordi con Global Radio, Bauer Media, BBC, NPO, Swedish Broadcasting, SWR), hanno accesso ad approfondimenti sui comportamenti degli ascoltatori.
Video on car
Oltre ad essere favoriti nella veicolazione di metadati e contenuti video (attraverso l’integrazione del sistema operativo TiVo per l’ottimizzazione sulle auto interconnesse di contenuti premium gratuiti su tv live e on demand).
Rintracciabilità
E, ovviamente, ad essere più facilmente individuati dagli utenti delle auto interconnesse equipaggiate con la tecnologia.
I brand automotive che hanno sposato DTSAutoStage
Tra questi, Mercedes-Benz, la prima ad integrare il sistema radio di nuova generazione nel 2020, insieme a Maybach, Tesla, Hyundai, Kia e Genesis.
Lincoln (Ford) e Nissan
A dicembre, Lincoln, il marchio di lusso di Ford, si è unito al novero delle radio ibride, seguito da Nissan, che ha partecipato al CES 2024 a gennaio.
Upgrade a breve di 4 brand
“Siamo in fase di certificazione finale con altri quattro marchi che verranno lanciati a breve”, spiega Joe D’Angelo, vicepresidente senior di Broadcast Radio e audio digitale di Xperi.
18 marchi
Che aggiunge: “E [siamo] in fase di sviluppo con altri sei brand che verranno lanciati tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025”. Sommati, danno l’importante numero di 18 marchi automobilistici associati a DTSAutoStage.
Aggiornamenti via etere
“DTS AutoStage è basato su un software. Ciò significa che può essere aggiunto tramite un aggiornamento via etere all’hardware esistente nel cruscotto”, spiegano dal headquarter di Xperi.
Vantaggi strategici
“Quello che stiamo vedendo è che partner come Tesla e Hyundai stanno effettuando aggiornamenti via etere alle radio prodotte già nel 2016“, spiega D’Angelo.
Il nuovo ed il vecchio rinnovato
“Stiamo pertanto conseguendo il vantaggio determinato dall’entrata in produzione di nuove auto, ma anche degli aggiornamenti ai veicoli legacy già presenti sul mercato.
Meglio e di più di HD Radio
In prospettiva, un vantaggio notevole rispetto alla previgente radio HD”, osserva il manager.
Do ut des
Ma quale è il business di DTSAutoStage?
“Si tratta di uno scambio di valore: le stazioni ci danno contenuti, permettendo di usarli per alimentare l’offerta e migliorare l’infotainment.
Servizi avanzati di engagement…
In cambio, noi distribuiamo un servizio avanzato che dà risalto e coinvolgimento alla radio ed aiuta nella scoperta.
… e di metrica
Inoltre, forniamo alle emittenti le analisi e le metriche che possiamo estrarre, come consentito dal regolamento e dalle stesse case automobilistiche“, spiegano dal provider.
Dall’altra parte
Sull’altro lato abbiamo invece tutte le sigle automotive che hanno integrato Android Auto ed Apple CarPlay in abbinamento a sistemi di ricezione via etere tradizionali (AM/FM/DAB+).
Alliance
Android Auto è membro di Open Automotive Alliance ed è sviluppato in collaborazione con oltre trenta case automobilistiche e fornitori di tecnologia informatica per applicazioni mobili.
Android Auto su oltre 650 modelli
Allo stato, Android Auto è disponibile di serie su oltre 650 modelli di vetture delle marche Abarth, Acura, Alfa Romeo, Audi, Bentley, Chevrolet, Chrysler, Dodge, FIAT, Ford, Honda, Hyundai, Infiniti, Jaguar, Jeep, Kia, Maserati, Mazda, Mitsubishi, Nissan, Opel, Peugeot, RAM, Renault, Seat, Škoda, Subaru, Suzuki, Toyota, Volkswagen, Volvo.
Anche Apple CarPlay su 600 modelli
CarPlay di Apple, disponibile su un numero sostanzialmente analogo a quello di Android Auto di modelli, è invece adottato dalle Acura, Alfa Romeo, Audi, BMW, Bentley, Buick, Cadillac, Chevrolet, Chrysler, Citroën, Dodge, DR Automobiles, DS Automobiles, Ferrari, FIAT, Ford, GMC, Jaguar, Jeep, Holden, Honda, Hyundai, Kia, Koenigsegg, Lamborghini, Lincoln, Maserati, Mazda, Mercedes-Benz, MG, Mitsubishi, Nissan, Opel, Peugeot, Porsche, Renault, SEAT, Škoda Auto, Subaru, Suzuki, Toyota, Vauxhall, Volkswagen, Volvo.
Intermediazione imprescindibile
E’ quindi evidente che si tratta di una penetrazione così diffusa (85% delle auto di nuova produzione, fonte ChatGPT) che rende ormai imprescindibile per i fornitori di contenuti lineari (radio) e on demand (Spotify e C.) la loro intermediazione.
Rischio abuso posizione dominante
Ma, che, allo stesso tempo, impone l’adozione di strumenti di controllo pubblico che impediscano l’abuso di posizioni dominanti. (M.R. per NL)