Un interessante spunto per una riflessione sul comparto radiofonico locale viene da Claudio Astorri, consulente editoriale che spesso è stato ospite su queste pagine.
Sul sito sito (www.astorri.it), Astorri fa una proiezione della pubblicità nazionale in capo alle radio locali all’indomani della partenza di Radio Monitor, l’indagine sull’ascolto radiofonico di GFK Eurisko che ha preso il posto di Audiradio, dopo il forfait della società che la curava che ha lasciato gli operatori senza dati per tutto il 2011. "Insieme alla ripresa delle indagini di ascolto si sono messi in movimento alcuni significativi cambiamenti strutturali – scrive il consulente -. A fronte di una indubbia stasi che riguarda i prodotti editoriali e quindi l’offerta al pubblico da parte sia delle radio nazionali che di quelle locali, è sul fronte delle concessionarie di pubblicità che si registrano variazoni epocali. Radio e Reti, la concessionaria di Enzo Campione, perde 4 emittenti storiche quali Radio Zeta, Radio Number One, Radio Italia Anni ’60 e Kiss Kiss Italia che si accasano nella nuova concessionaria Best Radio a cura di PRS. In pratica, dopo il primo anno senza radio nazionali nel proprio portafoglio, Radio e Reti si alleggerisce verso il secondo anche di un paio di milioni di ascoltatori nel giorno medio della radiofonia locale. Sergio Campanini, ex dirigente della società di Enzo Campione, accompagna anche personalmente il passaggio delle emittenti verso la nuova concessionaria divenendone direttore commerciale". "Nel frattempo sempre PRS – continua Astorri – massima protagonista di questa fase, cerca anche di riorganizzare la sua syndication CNR che necessita certamente di nuovo lustro; c’è da aspettarsi qualche novità significativa nel corso del 2012. E’ invece incomprensibile l’attività di Publikompass che ha cercato di entrare nel settore con un direttore commerciale dalla limitata credibilità, che ha ad esempio raccontato alle emittenti da contrattualizzare storie di accordi già sottoscritti con altre stazioni, fatto che si è rivelato agli occhi di tutti completamente falso e dunque controproducente. Eppure è un’azienda importante di un gruppo industriale. Radio e Reti rimane operativa con gli editori storici e fedeli ben oltre le gravi difficoltà del momento. Fin qui i movimenti non piccoli di emittenti locali e delle loro rispettive concessionarie nazionali. E la strategia della raccoltà nella pubblicità nazionale?". (E.G. per NL)