Il finanziamento a Radio Radicale, insieme agli emolumenti dei parlamentari, è quanto di più stabile ci sia nella politica italiana: sopravvivono ad ogni governo e crisi.
La decisione di ri-finanziare Radio Radicale, al solito, avviene attraverso una proroga di 12 mesi ai tagli all’editoria previsti dalla L. 145/2018 (Legge di Bilancio) che avrebbero dovuto decorrere dal 2020 con step progressivi fino all’azzeramento.
Al contempo il provvedimento fiscale prevede uno stanziamento di 24 mln di euro per il triennio 2020-2022 per un ulteriore sostentamento alla radio dei Radicali.
Gara al miglior offerente per la fornitura del servizio. Parteciperà anche RAI?
Successivamente, in tarda primavera, si dovrebbe tenere una gara per l’assegnazione al miglior offerente del servizio, che, attualmente, lo ricordiamo, in parte è duplicato da GR Parlamento, la rete RAI destinata ai lavori parlamentari. Non è quindi chiaro se il provvedimento normativo che disporrà la gara prenderà in considerazione anche la posizione RAI, per esempio facendola concorrere all’attribuzione dell’appalto con notevole risparmio per l’erario.
In ogni caso, va da sé che il bando sarà “tarato”, quanto a requisiti, sul modello attuale dei Radicali, che quindi inevitabilmente avranno un’ampia corsia preferenziale
Storicità radicale
”Radio Radicale svolge da 43 anni un servizio pubblico di interesse generale, come riconosciuto anche dall’Autorità per le comunicazioni nella segnalazione urgente che nella scorsa primavera ha inviato al governo affinchè prorogasse la convenzione, in attesa dello svolgimento di una gara per la trasmissione delle sedute parlamentari – commenta la notizia all’Adnkronos il direttore di Radio Radicale Alessio Falconio -. Oltre a questo, noi trasmettiamo le attività di tutte le altre istituzioni, a partire da quelle di governo, del Csm e della Consulta, e le attività di tutti i partiti e movimenti politici, nessuno escluso. Abbiamo sempre garantito un’informazione istituzionale, la più completa possibile come dimostrano anche i tanti attestati che ancora in queste ore ci stanno arrivando da diverse parti politiche”.
Torna la manima che scrive gli emendamenti
Ovviamente la decisione è passata senza l’avvallo del Movimento 5 Stelle, che quando era sul tandem con la Lega si era opposta al rifininaziamento.
“Qualcuno in legge di bilancio ha riproposto, per l’ennesima volta, di finanziare Radio Radicale con milioni di euro delle tasse degli italiani: 8 milioni all’anno per tre anni. Sono 24 milioni di euro. Altri 24 milioni di euro di soldi pubblici a una radio privata, che negli anni si è già presa 250 milioni di euro di soldi delle tasche dei cittadini”, spiega una nota del M5S, che continua: “Tutti i partiti sono compatti su questo tema in Parlamento faremo di tutto per bloccare questa porcata. Non abbiamo i numeri per bloccarla da soli? Bene, nella vita ci sono battaglie che dobbiamo essere orgogliosi di perdere. E che dobbiamo invece vergognarci di non combattere. Quindi noi questa battaglia la combattiamo. Fino in fondo”.
Di Maio: sarebbe stato meglio destinare gli 8 mln ai terremoto, ma con la gara finirà la mangiatoia
“Ci sono di nuovo 8 milioni di euro all’anno per 3 anni a Radio Radicale. Ma diamoli ai terremotati…”, è stato invece il commento del ministro degli Esteri e capo del M5S Luigi Di Maio.
“La manovra è chiusa. La miglioreremo in Parlamento in accordo con gli altri gruppi”, ha precisato Di Maio, che ha assicurato che, in ogni caso, il nodo su Radio Radicale sarà risolto con l’organizzazione di una gara, il 30/04/2020 all’esito della quale sarà “finita la mangiatoia“.
FNSI: attacco all’articolo 21
Dura la replica della FNSI: “Ancora una volta il ministro Luigi Di Maio si scaglia contro Radio Radicale e il pluralismo dell’informazione. L’ennesima sortita è un attacco all’articolo 21 della Costituzione, la cui importanza è stata sottolineata più volte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella”, hanno commentato Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione della stampa, aggiungendo: “Ci auguriamo che anche questo attacco venga respinto dal governo e dal Parlamento e che i fondi vengano assicurati a Radio Radicale e a tutte le voci delle minoranze e delle differenze. È in gioco il diritto dei cittadini ad essere informati”. (E.G. per NL)