La Quinta Conferenza sul DTT, tenutasi nei giorni scorsi presso il Teatro Dal Verme a Milano ha visto come dominatore della inerte platea il viceministro al MSE in odore di nomina al gradino più alto del dicastero, dopo l’autodecapitazione di Scajola.
Un po’ di propaganda anti Sky, qualche proposta e un punto della situazione sull’attuale stato d’avanzamento dei lavori per il digitale: questa, in sé, è stata la conferenza; niente di più, come del resto abbiamo già avuto modo di osservare in questi giorni. Tanto che quel che ha un poco scosso il torpore è stato l’intervento del viceministro Romani, fresco di popolarità, grazie alle battaglie combattute in sede di Consiglio Europeo per contrastare l’ingresso anticipato di Sky sul mercato del DDT. Romani ha chiuso la conferenza – che gli osservatori neutrali avevano già paragonato al consesso di una piccola confraternita autoreferenziale – davanti al popoletto degli operatori locali (più clappers che diretti interessati ad una migrazione tecnologica epocale), ravvivandola. Nel suo intervento, il viceministro ha parlato della possibilità di anticipare alla fine del 2011 lo switch-off – previsto per la fine del 2012 – per bilanciare il possibile ingresso anticipato della controllata italiana di News Corp. nel mercato del digitale, che, salvo cambiamenti dell’ultima ora, dovrebbe essere avallato dall’Unione Europea. "Dobbiamo concordarlo con i governatori di Calabria, Sicilia, Umbria, Toscana, ma è un obiettivo possibile", ha detto Romani, le cui posizioni a riguardo di Murdoch sono sempre state palesi. E, considerati gli effetti destabilizzanti accertati su ogni mercato tv attaccato dalla corrazzata dell’Australiano, non sarebbe una prudenza inopportuna; se non fosse che su Romani si riverbera il conflitto d’interessi del presidente del Consiglio e leader della sua parte politica, i cui affari imprenditoriali cozzano in maniera spaventosa con l’attività di Sky. Romani, la cui pluriennale amicizia con l’editore tv Francesco Di Stefano ha aiutato il governo ad uscire dall’impasse del caso Europa 7, ha alle spalle un passato da pioniere dell’emittenza privata che val la pena di ricordare. Nel ’74 l’attuale viceministro era il pirata-cofondatore di TeleLivorno con Marco Taradash, mentre, qualche anno dopo, era al fianco di Nichi Grauso in Sardegna per lanciare Videolina. Nei luccicanti anni Ottanta, Romani era però già rientrato nella sua città natale, la Milano da bere, a capo della nascente Rete A dell’editore Alberto Peruzzo, che voleva sviluppare Milano Tv come rete nazionale. Qualche anno dopo, al termine della fugace avventura di editore della carta stampata (tentata acquisendo la storica testata Millecanali, mensile di riferimento dei broadcaster italiani), l’odierno vice di un ministro che non c’è più era tornato a lavorare in tv, nella Telelombardia di Salvatore Ligresti, che avrebbe presto lasciato per mettersi in proprio, a margine della Legge Mammì, lanciando e gestendo sino al 1996 Lombardia 7 (quella di Maurizia Paradiso con "Vizi privati e pubbliche virtù" e numeri 144 e 166 al seguito, con la quale l’irascibile Romani – raccontano le cronache – non ebbe alla fine un gran bel rapporto…). Lombardia 7 (che sarebbe fallita nel 1999 con una lunga coda di polemiche e guai giudiziari) fu l’ultima esperienza televisiva diretta prima che Romani si dedicasse a tempo pieno alla politica, cui era già stato avviato con la discesa in campo di Berlusconi, nel 1994. Uomo di fiducia di Berlusconi, Romani mise la sua esperienza nel campo delle telecomunicazioni al servizio del premier, prima come Presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, poi due volte come sottosegretario alle Comunicazioni e dallo scorso anno come viceministro al MSE. Ora, complice lo scandalo che ha coinvolto il povero Scajola, l’ex editore potrebbe finalmente fare il grande salto alla titolarità del ministero. Nel suo intervento al consesso di DGTVi, Romani, come sempre ligio al dovere, ha rilanciato la sfida a Sky e si è detto fiducioso del lavoro del commissario UE Antitrust Almunia sull’argomento. Ovviamente allineato alla posizione di Romani, Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, ha rincarato la dose contro il gruppo Murdoch, assente giustificato dal mancato invito, nonostante il programma Cielo della News Corp. viaggi già sul digitale terrestre attraverso il network provider Rete A del gruppo L’Espresso. "La nostra azienda – ha detto Confalonieri – ha investito 800 milioni in infrastrutture e frequenze e ora le dobbiamo in parte mettere a disposizione per una gara e invece arriva un signore, peraltro agiato, si immette nella gara e non paga niente". A margine dell’evento, data l’assenza, ha risposto – come abbiamo riportato ieri – Tom Mockridge, facendo riferimento alle "centinaia di milioni di euro dei contribuenti italiani spesi in questi anni per sostenere il passaggio al digitale terrestre attraverso sovvenzioni pubbliche e contributi alla comunicazione, ai decoder, denaro di tutti speso con una promessa: accrescere l’offerta e la scelta disponibile per i cittadini". E mentre gli operatori locali continuavano ad applaudire silenziosi, i due giganti e il "gigantino" La7 parlavano dello stato d’avanzamento dei lavori del loro digitale come se si rivolgessero ad una platea di azionisti fiduciosi. L’occasione è stata utile per Mediaset per ricordare l’imminente lancio del canale free La5, che sarà dedicato ad un target femminile d’età compresa tra 15 e 40 anni e che partirà il 12 maggio. Per fine anno, invece, è previsto l’arrivo del canale all news e di Italia2, il riequilibratore maschile di La5. In secondo piano (ubi maior minor cessat…), la Rai, che ha potuto illustrare l’esordio a giugno di Rai HD, in occasione dei Mondiali in Sud Africa, preludio all’arrivo, in autunno, del canale culturale Rai5. Nuovo simbolo (un quadrato al posto della farfalla) e nuove denominazioni per i canali che fino ad ora andavano solo sul satellite, dal prossimo 18 maggio: RaiMovie sostituirà Rai Sat Cinema, Rai Extra andrà al posto di Rai Sat Extra, così come RaiSat Premium e RaiSat YoYo verranno rimpiazzate – semplicemente rimuovendo la dicitura "Sat" – da Rai Premium e Rai YoYo. Last but not least (si fa per dire…), La7 ha infine spiegato ai muti uditori l’arrivo di Mtv+, dal prossimo 17 maggio, e quello di La7 on demand, disponibile anche in DDT, entro la fine dell’anno. Il resto sono stati tanti promo e molti sbadigli. (G.C. per NL)