Di rosso ci sono rimaste soltanto le casse. Già, perché del ministro Brambilla, entusiasta fondatrice di quello che per Forza Italia (alias, Pdl), partito verticistico fondato sul culto della personalità del capo, sarebbe dovuto diventare l’amplificatore della vox populi, si sono perse le tracce già da un bel pezzo.
Esattamente dal marzo 2009 quando, per la cifra simbolica di un euro, la proprietà della Tv delle Libertà passò dalle mani della Vittoria Media partners, di proprietà del ministro, a quelle del Movimento politico Forza Italia, proprio in un momento topico com’era quello della fondazione della nuova creatura, il Popolo delle Libertà. “Ma quale chiusura? – si affrettò a ribattere la Brambilla a coloro che insinuavano che il flop della tv avesse provocato il suo allontanamento – È stata creata per Berlusconi quindi è giusto che sia gestita direttamente dal partito”. A conti fatti, in effetti, il progetto aveva avuto un esito disastroso, così molti tra quelli affidati nell’ultimo lustro a colei che per un attimo, prima che la sua immagine venisse compromessa da video e filmati di gioventù, diciamo poco seri, e il suo posto alla destra del padre venisse preso da ragazze più giovani di lei come la Carfagna o la Minetti, era parsa l’ancora di salvezza del berlusconismo del dopo-Berlusconi. Tra il giugno 2007, quando fu fondata con l’intento di seguire la campagna elettorale del partito (un po’ come Teleletizia a Milano tre anni più tardi, altro super flop) dal canale 818 di Sky (24 ore al giorno di trasmissione, di cui 4 in diretta ogni giorno), e il maggio 2008, quando ha cessato le sue trasmissioni, la tv ha collezionato ben 15 milioni di euro di debiti, nonostante il grande clamore suscitato tra gli addetti ai lavori del partito e la partnership con il Giornale di Feltri e Sallusti. La Brambilla non è un editore puro s’era pensato, ma poco male se a ripianare i debiti ci pensa papà Silvio. A dicembre il canale era tornato alla carica, con le registrazioni degli auguri di Natale degli esponenti di Forza Italia, in procinto di peregrinare verso i lidi del Popolo delle Libertà. Erano stati rispolverati persino video storici di Berlusconi, dei suoi discorsi, dei suoi incontri al vertice, scanditi dalle musiche dell’evergreen “Meno male che Silvio c’è”. Il canale avrebbe dovuto essere trasmesso sul canale 920 della piattaforma satellitare, mentre sul sito www.latvdelleliberta.it era apparsa la scritta un po’ equivoca “in manutenzione”. A marzo, poi, come detto, la proprietà era passata nelle mani del Movimento politico Forza Italia, una sorta di ritorno a casa. Come detto, per la cifra simbolica di euro, infatti, il partito si accollava i debiti della tv, che continuavano a crescere: saranno 3 milioni alla fine del 2009 – nonostante le spese si fossero ridotte al lumicino, dal momento che la tv non trasmetteva. Nel 2010 le perdite erano continuate, per un ammontare totale di 607 mila euro, per cui, poco prima che iniziasse l’estate, l’assemblea dei soci dell’azionista unico aveva deciso di stanziare 400 mila euro per ripianare parzialmente il bilancio annuale. Uno schiaffo alla crisi, per salvare un prodotto che sostanzialmente ha cessato di funzionare da tre anni, ha un sito in manutenzione e ha visto il suo creatore, responsabile ed ex deus ex machina allontanarsi in sordina, con la coda tra le gambe, coperto da una montagna di debiti che oggi ammontano in totale a 19 milioni di euro. Non male per la Brambilla che tutto ciò che tocca trasforma in un fallimento. (G.C. per NL)