In tema radiotelevisivo siamo alle porte di un mutamento epocale. Volendo un confronto, si tratta di un evento paragonabile all’estinzione di massa del Cretaceo-Paleocene.
Ma ad uscir di scena sarà solo una componente dell’originaria emittente rtv per come l’abbiamo conosciuta fino ad ora: quella dell’infrastruttura AF (la rete di distribuzione del segnale). In un periodo oscillante tra 5 e 10 anni, la ricezione radiotelevisiva tenderà progressivamente verso una tecnologia mista banda larga fissa/ banda larga mobile, quest’ultima con formato LTE broadcast, cioè attraverso le reti della telefonia cellulare 4-5G (che godranno di una progressiva capillarizzazione). Via quindi le antenne dai tetti, perché per ricevere la radio e la televisione servirà solo un modem router, che sarà il punto di convergenza casalingo di tutti i dispositivi, mentre per la radio l’outdoor sarà garantito dalle autoradio IP e comunque dalle auto interconnesse (con buona pace di DAB+, DMB e obsolescenze varie). La rivoluzione copernicana sarà la conclamazione del principio della separazione dei poteri: da una parte i carrier (quasi certamente solo operatori telefonici) e dall’altra i content provider. Entrambi, pur dopo inevitabili accesi tentativi di contrasto, rinunceranno a velleità di opposta ingerenza, all’insegna del detto milanese “Ofelè, fa el to mestè”. D’altra parte, per i fornitori di contenuti tv non sarà competitivo (e in verità nemmeno accessibile) gestire complesse strutture: una rete capillare LTE in Italia dovrà consistere in installazioni presso 15.000 low tower, cioè un numero 10 volte superiore a quelle del maggior operatore di rete televisivo; un impegno sostenibile solo nell’ambito di un’immensa economia di scala (per questo tra i player tlc sono in corso febbrili operazioni di fusione). Dall’altro lato, l’attività di fornitura di contenuti radiotelevisivi esige competenze sempre più raffinate che un provider telefonico, quand’anche di notevoli dimensioni, non ha interesse ad acquisire. Sarà invece virtuosa ed economicamente compensabile a fronte delle rispettive contribuzioni ai corrispondenti business la collaborazione: il provider tlc avrà interesse a trasportare a prezzi competitivi contenuti di appeal per favorire il proprio core business (si pensi al modello di dumping del duo Fastweb/Sky) e il content provider tlc potrà calmierare i costi di trasporto in base al gradimento del prodotto.