Il WiFi ha preso il volo, letteralmente. Notizia dell’ultima ora: Facebook ha portato a termine il primo volo di prova di Aquila, un drone di 453 Kg, con l’apertura alare di un Boeing 737, costruito in fibra di carbonio e alimentato da energia solare, in grado di trasmettere, con fasci laser, connessioni a internet sulla terraferma in un’area dal diametro di quasi 100 chilometri.
Il primo viaggio è durato 96 minuti, ma l’obiettivo è far sì che questi droni possano rimanere in quota, guidati da un software apposito, anche per diversi anni prima di dover essere sostituiti. Dove sta l’interesse? Nel fatto che “Facebook non vuole effettivamente gestire questi droni; l’idea è di cedere i progetti, in modo che possano essere gestiti dai governi locali per portare la rete nelle aree rurali“. Il principio, oltretutto, ricalca il progetto Skybender di Google e ha tutte le potenzialità per creare delle reti “fisse” e rimuovere i problemi di prestazioni delle connessioni mobili anche fuori dalle grandi città. Auto, computer, cellulari e tutto ciò che entrare nell’IoT interconnessi con una struttura di rete che viaggia sopra le nostre teste, a 60mila piedi e in totale autonomia.