Il tre dicembre, presso il Teatro Ambra Jovinelli di Roma, debutterà uno spettacolo decisamente particolare: il titolo è “Teletruffa alla crema”, il cast è composto da ventuno avvocati, l’idea è quella di proporre al pubblico romano inizialmente, e si spera poi anche a quello nazionale, un musical ispirato al caso di truffa televisiva di Wanna Marchi e compagni. L’imbonitrice bolognese avrà dunque un alter ego, disegnato a sua immagine e somiglianza, che è stato battezzato Anna Sarchi; una caricatura fedele che diventa un personaggio teatrale esilarante al centro delle imprese di questo processo in formato show. La compagnia teatrale, un associazione onlus che risponde al nome di “Avvocati in scena”, proprio perché esperta in materia aveva intenzione di rappresentare, se pur comicamente, un qualunque caso giudiziario e ammette di aver pensato anche ad altre soluzioni (tra cui la storia di Cogne, naturalmente e ragionevolmente scartata) prima di scegliere il caso Wanna Marchi. Ma le televendite dell’istrionica romagnola non potevano che meritare il primo posto nella classifica degli eventi televisivi più adatti alla scena teatrale. Ed è così che la protagonista Sofia, una donna squattrinata e disperata, si lascia abbagliare dalle promesse prima di una televenditrice, poi di un mago, finendo per indebitarsi per migliaia di euro con la stessa famiglia televisiva dietro le quinte. Dunque uno spettacolo che denuncia una realtà, ancora non estirpata del tutto, secondo la quale la frode sarebbe purtroppo al centro di diversi programmi televisivi.
Intervistato dall’emittente di Crotone, R.T.I. (Radio Tele International), il regista ed avvocato Fabrizio Gallo ammette di aver ricevuto recentemente una telefonata da Wanna Marchi che, accompagnata da figlia ed avvocato, avrebbe chiesto all’associazione di lasciare perdere lo spettacolo o, in alternativa, di pagare i diritti d’autore sulla spettacolo messo in scena. Gallo, per nulla preoccupato dalle minacce, ha prontamente risposto ricordando che il testo è già stato depositato presso la sezione Dor della S.I.A.E. (quel particolare frammento della società italiana autori ed editori che si occupa di teatro), come testo originale. Insoddisfatta dalla reazione la Marchi avrebbe allora chiesto di interpretare la parte di se stessa, con figlia a seguito: gli avvocati hanno risposto no, tanto è la loro determinazione a fare di questo spettacolo una divertente riflessione sul degrado di certe realtà massmediatiche. (Marco Menoncello per NL)