La pubblicità tricolore fa piccoli passi avanti: il 2015 secondo UPA dovrebbe chiudere a 1/2%. Le industrie ricominciano a investire: bene per l’automotive, la finanza, le assicurazioni e la cura della persona.
“Anche se la situazione è problematica, siamo convinti che la pubblicità crescerà tra l’1 e il 2% entro fine anno: il mercato della comunicazione negli ultimi mesi ha accelerato – ha spiegato il presidente UPA Lorenzo Sassoli de Bianchi, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione tenutasi lo scorso mercoledì 1 luglio -. Si tratta di un segnale di fiducia nonostante la crisi economica abbia fatto emergere in Italia un mercato bloccato, facendo passare in secondo piano la crisi creativa che abbiamo: in tutto ciò ci sono responsabilità delle aziende che hanno considerato la pubblicità come un costo e non come un investimento e delle multinazionali che hanno scelto di investire in paesi con maggiori prospettive di crescita”. Sassoli de Bianchi ha poi elencato i principali settori coinvolti nella ripresa pubblicitaria, tra cui vanno annoverati “la tv, che avrà un segno positivo, così come la radio. La stampa è in recupero ma non ancora in positivo”. Nel corso dell’evento è stato poi lanciato un nuovo progetto nell’ambito delle sponsorizzazioni culturali, ovvero un portale, upaperlacultura.org, attivo dal prossimo autunno. Il Ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, presente all’assemblea, ha commentato: “Penso che vista la difficoltà delle istituzioni di trovare risorse, ci sia bisogno di un attrattore di investimenti. Nel portale confluiranno le proposte di soprintendenze, musei, parchi archeologici, teatri e le loro richieste di sostegno per le aziende che vorranno investire in questo tipo di progetti. Anche il bonus fiscale varato dal governo procede in questa direzione”. Altro progetto innovativo presentato la scorsa settimana, è la proposta di quotare in borsa Auditel (ricordiamo per i nostri lettori che la società di rilevazione degli ascolti è partecipata da UPA, Assocom, Unicom, Fieg e Confindustria Radio-Tv): “è una proposta, non un accordo – hanno comunque tenuto subito a precisare i vertici UPA. Cercheremo la formula migliore per tutelare gli equilibri volti all’indipendenza”. Nel frattempo Auditel sta lavorando per potenziare il suo panel, che entro il 2016 dovrebbe essere composto da 15.600 famiglie, in considerazione della frammentazione degli ascolti televisivi e della continua richiesta di analisi molto dettagliate del settore. (V.R. per NL)