Ci ha provato Microsoft, ci ha sicuramente pensato più di una volta il signor Murdoch e, considerate le recenti vicende che l’hanno vista protagonista, si può dire che anche Yahoo! ha sperato che qualcuno lo facesse (e ancor di più, che qualcuno ci riuscisse). Di cosa parliamo? Dell’affronto diretto che dovrà sostenere Google, sul fronte del mercato pubblicitario online, dai sei più grandi operatori via cavo degli Stati Uniti. Il “New York Times” ha recentemente confermato i nomi dei temibili avversari della società di Mountain View, specificando che alla base di questo progetto ci sarebbe la dichiarata intenzione di fondare una piattaforma pubblicitaria comune, che possa competere con la grande G. Tra le fila della temibile corazzata societaria via cavo troviamo in questo ordine Comcast, Time Warner Cable, Cablevision, Cox Communications, Charter Communications e Bright House, gruppi la cui somma di fatturato derivante da pubblicità è stimato intorno ai cinque miliardi di dollari. Il valore del progetto al quale stanno collaborando si aggira intorno ai 150 milioni di dollari: una cifra sufficientemente ragionevole per (tentare di) contrastare lo strapotere “googliano” del settore. Rimane il fatto che Google non ha ancora mostrato segni di cedimento; tanto meno sembra in qualche modo preoccupata delle proprie sorti, di fronte all’annuncio della testata newyorchese. Piuttosto, sarà sufficiente un investimento da 150 milioni di dollari per infliggere anche solo una debole aritmia al comparto pubblicitario del web di Google? (Marco Menoncello per NL)