Pubblicità. Sassoli (UPA): ci vorranno dieci anni per risalire la china

L’Italia è con la Spagna il Paese europeo dove più forte è stato il crollo degli investimenti pubblicitari con un calo del 17-18% nel primo semestre dell’anno.

Lo ricorda in una intervista a Prima Comunicazione in edicola da domani Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente degli utenti pubblicitari associati (Upa), che avverte: “Il 2009 è l’anno zero. Scordiamoci di tornare ai livelli del 2008. La ripresa sarà anemica. Ci vorranno dieci anni per risalire la china”. “Quello che vediamo è che il calo degli investimenti pubblicitari è molto superiore a quello registrato dai consumi – spiega Sassoli de Bianchi – Un primo elemento di cui tenere conto è che c’é una maggiore sensibilità al prezzo da parte dei consumatori, che ha ridotto i margini delle aziende. E poi c’é la tendenza a spostare gli investimenti dal lungo al breve termine. In questo quadro di crisi i produttori di beni di largo consumo preferiscono lavorare sulle promozioni, sulle hostess nei punti vendita. E poi le aziende fanno più campagna sui brand che sui prodotti. Le campagne istituzionali sono le uniche in aumento”. L’altra faccia della medaglia, sostiene il presidente Upa, “é che nel mercato dei media non c’é mai stato tanto dinamismo come in questo momento. La Rai che esce dalla piattaforma Sky per farne una propria, con Mediaset, è l’indice che si cerca una ridefinizione dei rapporti di forza”. La nascita dell’alta definizione, sottolinea, “cambierà in profondità il modo di accostarsi alla televisione. Lo stesso digitale terrestre è un potente strumento di innovazione. Insomma, per quanto riguarda la televisione credo che avremo un panorama sempre più dinamico”. L’editoria, osserva, “sta invece vivendo la difficoltà di gestire la nascita del sesto potere, quello della rete Internet, e del settimo continente, il cyberspazio. Un continente che continua a espandersi e dove i bite costano sempre meno. Da parte degli editori la Rete va utilizzata sfruttando le sue potenzialità e il suo specifico, offrendo allo stesso tempo prodotti complementari. In parte sta già avvenendo. Non a caso i quotidiani sembrano sempre più orientati a proporre storie, narrazioni, approfondimenti. Le stesse breaking news – conclude il presidente Upa- stanno trovando spazio su nuovi mezzi, oltre a Internet: sui cellulari di ultima generazione, sui tg diffusi nelle metropolitane. E bisogna continuare a sperimentare”. (Franco Abruzzo.it – fonte ANSA)

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