(Radio Passioni) – Dai dati Nielsen raccolti nella newsletter che ricevo regolarmente da Prima Comunicazione, vedo che il 2008 non sembra essere andato malissimo per la pubblicità radiofonica. Nel periodo tra gennaio e novembre, su un totale di quasi 8 miliardi di euro rappresentativo dell’intero mercato pubblicitario nazionale gli unici due mezzi a non subire contrazioni sono proprio radio e Internet. Rispetto agli stessi 11 mesi del 2007 la radio passa per esempio da 437 a 450 milioni di euro, Internet da 248 a 287. La radio, a differenza di altre nazioni europee è ancora davanti e non so quanto sia il caso di rallegrarsi, neanche 300 milioni di pubblicità su Web sono proprio pochini. Prima rivela oltretutto che nel confronto mensile tra novembre 2008 e novembre 2007, Internet ha rallentato in modo significativo: il 15%. Andando a memoria, un fatturato pubblicitario di quasi 900 milioni di vecchie lire è un dato lusinghiero per le emittenti radiofoniche.
Il problema sarà la sostenibilità di questa piccola crescita in una fase di grande incertezza, che del resto continua a essere densa di segnali negativi sul fronte della radiofonia associativa e universitaria. Ieri sono intervenuto per qualche minuto nella trasmissione di Nick su Poliradio, a contorno delle celebrazioni presidenziali americane e proprio da Nick ho appreso in diretta della momentanea sospensione del progetto B-Radio, emittente dell’Università milanese Bicocca. B-Radio, si legge sul comunicato dell’altro ieri, non ha più fondi per rinnovare i contratti di licenza con i titolari dei diritti discografici e musicali e dal 20 gennaio ha chiuso il suo stream. Che male c’è, del resto, stiamo tornando indietro di due anni e mica stavamo male… Anzi stavamo anche meglio, senza tutte quelle inutili voci.