Pubblicità, Nielsen certifica inversione trend a fine 2013. Finita fase più critica. 2014 teso o a recupero

Dicembre 2013 da record in termini di recupero su un anno che era partito malissimo (-17,6% nei primi sei mesi): il mercato degli investimenti pubblicitari ha infatti chiuso a -4% rispetto allo stesso periodo del 2012, facendo registrare la miglior performance considerando il singolo mese.

Sull’anno, il gap negativo si è ridotto del -12,3%, che tradotto significa 896 milioni di euro in meno rispetto al 2012. I segnali, del resto, indicavano una tendenza ad un forte recupero, posto che nel secondo semestre il calo era sceso a -6,3%. Lo ha spiegato Nielsen in occasione della presentazione dei dati di fine 2013 sull’andamento del mercato pubblicitario italiano, resi noti ieri. “Il 2013 ha confermato il periodo di turbolenza della comunicazione aziendale”, illustra nella nota accompagnatoria Alberto Dal Sasso, advertising information services business director di Nielsen, “e allo stesso tempo anticipa un 2014 di transizione, condizionato dalla compensazione costante di elementi frenanti con altri più stimolanti: da un lato l’incertezza politica, l’immobilismo del Pil e, più nello specifico del mercato, la frammentazione dei media e la maggiore elasticità al prezzo. Dall’altro, l’ascesa della Borsa italiana nel 2013, unita agli eventi sportivi del 2014 e all’avvicinarsi di Expo”. Tra i mezzi, la tv conferma il decremento con a una riduzione del -10% per il 2013, inferiore al totale mercato. Continua il momento di grande difficoltà strutturale per la stampa, ferma a -21,2%. Radio e direct mail chiudono l’anno rispettivamente a -9,3% e -13%. Complessivamente, gli altri mezzi calano del -8,4%. Dal punto di vista delle quote di mercato, la tv si conferma anche come il mezzo che attira i maggiori investimenti, coprendo il 50% della torta. Stampa e Internet si attestano rispettivamente al 20% e al 17% (stima sul valore complessivo del web, comprendente anche il search e i social non rilevati puntualmente da Nielsen). Radio e direct mail assorbono a testa il 5%, mentre gli altri mezzi si dividono il 3% del mercato. Per quanto riguarda i settori merceologici, nel 2013 si registra complessivamente una situazione negativa, con i primi tre comparti del mercato rispettivamente a -14,7% (alimentari), -19,3% (automotive) e -10,3% (tlc). “I dati relativi alla seconda parte dell’anno ci consentono di pensare che la parte peggiore della crisi possa essere alle spalle, seppur il mercato rimanga ancora in terreno negativo. Le nostre stime mostrano un 2014 vicino alla parità, con la lancetta degli investimenti che dovrebbe tendere verso il segno positivo”, conclude Dal Sasso. (E.G. per NL)

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