Pubblicità: nel 2013 su Internet stimato aumento del 15%. In altri paesi UE quota investimenti tv più bassa di quella italiana (54%)

In un mercato pubblicitario che sconta gli effetti della crisi economica, gli investimenti crescono solo su Internet, la cui quota di mercato è stimata in aumento anche nel 2013 al 15,2% dal 13,8% del 2012.

Ma la crescita del web non è limitata solo all’Italia: la quota sul mercato pubblicitario di Internet è prevista in crescita dal 21% al 22,3% in Francia mentre in Germania aumenterà dal 20,5% al 22,3%, nel Regno Unito dal 35,4% al 37,3%, negli Usa dal 19,2% al 21,9%. È quanto emerge dalle elaborazioni contenute nello studio Fieg ‘La stampa in Italia’. L’evoluzione del mercato pubblicitario è direttamente collegata alla congiuntura economica. Nel 2012, gli andamenti degli investimenti pubblicitari a livello mondiale appaiono, infatti, particolarmente penalizzati nei Paesi in cui maggiore è risultata essere la forza della crisi economica. In Italia gli investimenti pubblicitari sono diminuiti del 5% e in Spagna del 12%, sono rimasti sostanzialmente stabili nell’Europa Occidentale (+0,4) mentre nei Paesi con tassi di crescita economica particolarmente sostenuti gli investimenti pubblicitari sono cresciuti in maniera assai significativa come in Argentina (+18,0%), in Cina (+14,5%) e in Brasile (+11,0%). Nel complesso dei Paesi considerati gli investimenti pubblicitari nel 2012 hanno infatti segnato un +4,2%. La crisi economica ha colpito tutti i mezzi in maniera trasversale (tranne Internet) ma il ridimensionamento delle quote di mercato dei mezzi stampati è un processo esteso a livello internazionale. In Italia le quote dei quotidiani scendono dal 14 al 13,8%, in Francia dal 9,1 all’8,7%, in Germania dal 30,9 al 29,6%, nel Regno Unito dal 20,0 al 19,2%. Analogo l’andamento dei ricavi pubblicitari dei periodici che flettono in Italia dall’8,7 all’8,5%, in Francia dal 14,4 al 13,8%, in Germania dal 18,2 al 17,7%, nel Regno Unito dal 6,6 al 6,4%. Nei Paesi Ue la quota di mercato pubblicitario detenuta dalla tv è significativamente più bassa e molto lontana da quella che si registra in Italia (54%): in Francia è del 34,7%, in Germania del 21,7%, nel Regno Unito del 26,7%, in Spagna del 39,4%. In Italia sul fronte della pubblicità il 2012 è stato il peggiore anno degli ultimi venti: il totale degli investimenti è stato pari a 7,442 milioni di euro, il 14,3% in meno rispetto all’anno precedente, quando il mercato pubblicitario aveva raccolto 8,683 milioni di euro. Per la prima volta dal 2003, si è scesi al di sotto della soglia degli 8 miliardi di euro a prezzi correnti. Tutti i mezzi, ad eccezione di Internet (+5,3%, da 631 a 664 milioni di euro), hanno registrato un calo, ma la contrazione è particolarmente accentuata nel settore della stampa. Gli investimenti pubblicitari diminuiscono del 17,6% (da 1,356 a 1,117 miliardi di euro) sui quotidiani, del 18,4% (da 852 a 695 milioni di euro) sui periodici, del 15,3% (da 4,624 a 3,917 miliardi di euro) sulla tv, del 10,2% (da 433 a 388 milioni di euro) sulla radio. Nel 2007, anno precedente all’esplosione della crisi economica, la stampa raccoglieva il 32,1% delle risorse pubblicitarie e la tv il 42,1%. La crisi economica accompagnata dall’esplosione della pubblicità su Internet (cresciuta del 147% anche in virtù dei bassi livelli di partenza) ha ridotto la quota pubblicitaria della tv di un punto (dal 42,1 al 41,1% nel 2012) e quella della stampa di oltre sei punti (dal 32,1 al 26,0%). (Adnkronos)

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