Dopo un 2009 di lacrime e sangue, nel primo semestre di quest’anno la raccolta pubblicitaria sui media francesi è cresciuta del 4,6%.
A renderlo noto è l’ufficialità dei dati diffusi dall’Institut de recherches et études publicitares e da France Pub. Si sta assistendo a una “ricostruzione dell’offerta e a una crescita progressiva delle tariffe”, rende noto Xavier Guillon, direttore del centro studi di Hersant Média, di cui fa parte France Pub. Lo scorso anno, infatti, eccezion fatta per i dati riferiti al web, la raccolta pubblicitaria sui mezzi di comunicazione d’oltralpe era letteralmente franata, riportando, nel primo semestre, un crollo addirittura del 18%. Ne avevano risentito tutti, dalla tv alla radio: ma sono proprio questi i mezzi che hanno trascinato il mercato, nei primi sei mesi di quest’anno, verso la ripresa. A sorpresa, infatti, i “vecchi” media hanno fanno segnare tassi di crescita superiori a quelli del web che, ad ogni modo, occorre ricordare, era stato l’unico medium a chiudere la passata stagione in positivo. La televisione, in particolare, ha visto la raccolta crescere del 12,8% in totale, con M6 a +10% e Tfl a +11%. Internet, i cui dati, oltretutto, fanno riferimento esclusivamente alla pubblicità display, ossia ai banner, è cresciuto del 9%, mentre la radio si è attestata su un dignitosissimo +7,6%, leggermente più delle affissioni, fermatesi al 7,3%. Meno bene, infine, la carta stampata che, se da una parte ha visto i quotidiani nazionali salire del 2,4%, continua a soffrire la crisi dell’editoria locale, crollata, ancora una volta, del 4,3%. Se confrontati ai dati del mercato italiano, quelli francesi paiono, in alcuni frangenti, speculari. La crescita totale, infatti, è su livelli molto simili: nel nostro paese, dopo un 2009, anche qui, negativo, la raccolta è cresciuta del 4,7% (+0,1% rispetto ai nostri vicini). Da noi, però, i veri e propri motori della crescita sono stati la rete, con un incremento di ben 14,6 punti percentuali, e la radio, cresciuta addirittura del 14,8%, secondo i dati Nielsen. Anche la tv, seppur meno che in Francia, ha contribuito alla crescita, con un +7,3%, mentre anche qui da noi la stampa è stata il tallone d’Achille del settore, con un calo del 3,5%, così distribuito: -9,1% i periodici, -8,2% i free press e un timido +0,5% per i quotidiani a pagamento. Insomma, il mercato pubblicitario risale, a piccoli passi, mentre la stampa resta indietro, in Italia come in Francia. (G.M. per NL)