Come anticipato un paio di settimane fa dalle pagine di questo periodico, i dati riferiti alla ripresa registrata dagli investimenti pubblicitari sui mezzi di comunicazione, dall’inizio di quest’anno, iniziano a tracciare una leggera flessione.
Se nel primo semestre, infatti, la crescita aveva lasciato presagire un ritorno graduale alla normalità, i dati Nielsen riferiti al terzo trimestre, le previsioni sul quarto e, soprattutto, sul prossimo anno, frenano gli entusiasmi. Certo, il periodo più nero è alle spalle, ma i tassi di crescita iniziano a subire un rallentamento, segno che, nonostante la ripresa degli investimenti da parte di diversi settori (alimentari, bevande, alcolici, tlc), bisognerà andarci coi piedi di piombo perché non tutti, come ad esempio l’abbigliamento, traino della pubblicità sui periodici, sono rientrati in fase ascendente. I dati Nielsen prevedono che alla chiusura dell’anno l’incremento generale degli investimenti nel settore dei media sarà pari a circa il 3%, in virtù del rallentamento di cui si diceva. Al giro di boa di giugno, infatti, si era al 5,1%, oggi al 4,3%: siamo entrati in una fase calante. Il prossimo anno, poi, sempre secondo Nielsen, il tasso di crescita scenderà ancora, a percentuali vicine al 2%, anche a causa del rallentamento dei due mezzi che (nonostante siano i più antichi sembrano i più in forma) quest’anno hanno tirato la crescita: radio e televisione. Se la stampa zoppica, soprattutto a causa dei periodici, dei free press e dei giornali locali, radio e tv nel 2010 hanno fatto registrare grandi performance, al pari di internet che, però, continua ad avere un’incidenza minore. La tv nazionale (satellite incluso) catalizza oltre il 50% dei 6 miliardi di investimenti totali nel settore, vale a dire quasi 3,3 miliardi (+6,9% rispetto ai primi tre trimestri dell’anno passato). La radio, invece, a fronte dei 300 milioni incassati nei primi nove mesi del 2009, quest’anno ha raccolto, sino a fine settembre, quasi 335 milioni, con una crescita generale dell’11,2%. In aumento anche gli investimenti in cinema e affissioni, ma è sempre internet ovviamente a portare a casa il miglior incremento percentuale: +17,6%, con oltre 240 milioni di euro investiti. Se radio e tv continuano ad essere, comunque, i traini del comparto, il rallentamento generalizzato e progressivo della crescita riguarderà, in primo luogo, questi due mezzi, in particolar modo il primo. L’intero settore, considerando il solo mese di settembre, ha ottenuto un misero +0,8% rispetto al mese di settembre dello scorso anno e tv e radio non hanno avuto prestazioni strabilianti come nel primo semestre. I dati Nielsen, e di altri istituti di ricerca minori, sostengono che entrambi i media si attesteranno, nel 2011, su un tasso di crescita non superiore al 3%. Attendiamo smentite. (G.M. per NL)