Complici una serie di congiunture negative per il mercato (quali le elezioni, l’elevato numero di festività e ponti e gli effetti della riduzione dei consumi ingenerata soprattutto da fenomeni di paura non sempre fondati), gli investimenti pubblicitari a maggio si sono chiusi a -5,5% rispetto allo stesso mese del 2013.
Il dato mensile riscrive in aumento la riduzione tendenziale (che arriva a -3,9%) per i primi cinque mesi del 2014, traducendosi in circa 110,5 milioni di euro in meno sul periodo gennaio-maggio dello scorso anno (il mese di aprile si era chiuso a -4,4%). Lo certificano i dati Nielsen, secondo i quali la stampa registra un leggero peggioramento di trend, rispetto ai cali a una cifra di aprile: i quotidiani chiudono i primi cinque mesi a -12,8% e il singolo mese a -11,1%, mentre i periodici si fermano rispettivamente a -11,6% e -11,9%. La Tv torna momentaneamente in terreno negativo a -0,7% per il periodo cumulato, dopo quattro mesi in attivo. Maggio si chiude a -4,6%. La Radio conferma il segno meno: per il periodo cumulato si registra un calo del -0,3%, a fronte di un decremento del -5,7% per il solo maggio. Internet, relativamente al perimetro attualmente monitorato, si ferma a -2,1% per gennaio-maggio e a -0,1% a maggio. Gran parte della colpa dell’inversione di tendenza di un 2014 partito con i migliori auspici è da ricondurre, al solito, alla politica, incapace di darsi stabilità e soprattutto di fornire garanzie al mercato attraverso iniziative chiare e determinate. La seconda motivazione, in ordine di importanza, è determinata dalla contingenza infausta per industria e commercio in generale, di una serie di festività e ponti che nel mese di maggio hanno eccessivamente ridotto le attività lavorative. Terza causa, l’angoscia prodotta (non sempre motivatamente) nei consumatori proprio da quei mezzi di comunicazione di massa che ora ne pagano le conseguenze economiche. (M.L. per NL)