"Quasi un anno fa, con un vero blitz in sede di conversione del decreto Milleproroghe, furono soppresse le provvidenze all’editoria a radio e tv locali".
Inizia così una nota della Federazione Radio Tv Locali a riguardo della contestatissima soppressione delle provvidenze a favore di radio tv locali voluta dal Governo Berlusconi. "Il taglio aveva risparmiato gli altri soggetti beneficiari tra cui la stampa, ma soprattutto aveva mantenuto il sostegno a radio e tv di partito creando una evidente disparità di trattamento tra soggetti che operano sullo stesso mercato", continua la federazione. "A lasciare ulteriormente perplessi è stata anche la sproporzione delle somme erogate a favore delle emittenti di partito rispetto alle emittenti locali. Nel 2008 su un totale di circa 30 mln di euro erogati il 54,24% era andato a sei emittenti espressione di partiti politici, mentre il restante 45,76% a circa 1.200 emittenti tra radio e tv locali. Quindi, a otto emittenti (di partito) sono andati mediamente circa 2 milioni di euro a testa, mentre alle “restanti” 1.200 emittenti sono stati erogati circa 12 mila euro ciascuno. La sperequazione è fortissima se si raffronta il volume d’affari, il numero di occupati, gli ascolti e i servizi di informazione resi ai cittadini (migliaia di notiziari locali mandati in onda ogni giorno da radio e tv locali)", conclude il soggetto portatore di interessi diffusi. (A.M. per NL)
Di seguito il testo dell’emendamento presentato dal Sen. Vincenzo Vita e altri parlamentari.
Dopo il comma 5 aggiungere il seguente:
“5-bis. L’art. 10-sexies comma 1 lettera e) del decreto-legge 30 dicembre 2009 n. 194 convertito, con modificazioni, con legge 26 febbraio 2010, n. 25 è soppresso. Ai maggiori oneri, pari a 15 milioni di euro a decorrere dal 2011 si provvede mediante incremento del gettito della tassazione sulla raccolta da apparecchi da intrattenimento. A tal fine all’articolo 30-bis, comma 1, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2:
alla lettera a) le parole “12,6 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “13,1 per cento”;
alla lettera b) le parole “11,6 per cento” sono sostituite dalle seguenti “12,1 per cento”;
alla lettera c) le parole “10,6 per cento” sono sostituite dalle seguenti “11,1 per cento”;
alla lettera d) le parole “9 per cento” sono sostituite dalle seguenti “9,5 per cento”;
alla lettera e) le parole “8 per cento” sono sostituite dalle seguenti “8,5 per cento”.
In caso di in capienza, si provvede mediante riduzione lineare ai sensi dell’art. 1 comma 13 della legge 13 dicembre 2010, n. 220; dalla suddetta riduzione lineare è esclusa l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 10 del decreto-legge 27 agosto 1993, n. 323, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 1993, n. 422.
Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni in bilancio