Il 14/12/2024 è scaduto il termine per l’iscrizione alla lista SIG (Servizi di Interesse Generale, cioè i fornitori di contenuti autorizzati con un provvedimento amministrativo specifico e dotati di testata giornalistica) per il primo popolamento previsto dalle Linee guida in materia di prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale approvate dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni attraverso la delibera 390/24/CONS.
Si tratta del primo tentativo regolamentare europeo per garantire il pluralismo mediatico ed una maggiore equità nell’accesso ai contenuti audiovisivi e radiofonici in un contesto dominato da piattaforme globali.
Un provvedimento la cui necessità, nei tre anni precedenti, questo periodico ha sostenuto con la massima energia possibile, facendo da incubatore di gran parte delle indicazioni poi recepite dall’Autorità.
Tuttavia, il successo dell’ambizioso intendimento di Agcom dipenderà dalla capacità di tradurre gli obiettivi regolamentari in azioni concrete, bilanciando interessi divergenti e superando ostacoli tecnologici, economici e politici. Questo articolo esplora, attraverso la collaborazione della società di analisi strategica in ambito mediatico Media Progress (gruppo Consultmedia), la questione, ipotizzando tre scenari (attuazione completa, parziale, mancata) attraverso la scansione di fattori determinanti e riflettendo sulle implicazioni a breve, medio e lungo termine.
Scenario 1: attuazione completa e successo
In apertura va osservato come la piena attuazione delle Linee guida possa logicamente avvenire solo alla presenza di un contesto normativo forte, supportato da un consenso tra le parti interessate.
“La cooperazione tra produttori di dispositivi, piattaforme tecnologiche e fornitori di servizi di media risulterà cruciale per l’adeguamento tecnologico”, avverte il rapporto elaborato sul punto da Media Progress per Newslinet.
Le icone
“Un esempio è l’integrazione delle icone previste per le smart tv (Sat, Tv locali, Radio) nelle interfacce utente, che richiederà uno sforzo congiunto da parte dei produttori di hardware e software.
Contro l’annichilimento dei SIG
Un forte impegno tecnologico che, per conseguire la rapidità che si prefigge – per scongiurare, nelle more, l’annichilimento dei SIG a seguito della dominanza progressiva delle piattaforme OTT e delle scelte dei produttori di device (a favore di proprie piattaforme FAST e di shortcut) -, dovrebbe essere incentivato con fondi pubblici o sgravi fiscali”, si legge nell‘abstract predisposto per NL.
Supporto economico
A riguardo, per la piena concretizzazione degli obiettivi della Del. 390/24/CONS, le misure tecniche per consentire accesso ai SIG attraverso l’aggiornamento dei dispositivi potrebbe essere finanziato da investimenti nell’alveo di quelli volti a promuovere la digitalizzazione.
Costi di adeguamento
“Tali investimenti potrebbero mitigare la portata dei costi di adeguamento che inevitabilmente fonderanno resistenze da parte dei produttori di dispositivi e dai gestori dei servizi di aggregazione”, sottolineano gli analisti di MP.
Conformità regolamentare
“Sanzioni efficaci e monitoraggio continuo da parte dell’Agcom dovranno garantire il rispetto delle regole, scoraggiando eventuali pratiche anticoncorrenziali da parte di produttori e piattaforme globali”.
Implicazioni positive
La realizzazione completa delle Linee guida porterebbe ad una maggiore visibilità per i contenuti ritenuti meritevoli di tutela: “La progressiva disintermediazione delle reti broadcast, che, da una parte, aumenta le potenzialità di pubblico dei servizi di interesse generale (demolendo le barriere di diffusione tipiche della distribuzione via etere), ma, dall’altra, annega i contenuti in un universo deindicizzato, consentirebbe l’emersione di prodotti meritevoli di evidenza, come quelli ad alta verticalità e quelli connessi al territorio, contrastando l’omogeneizzazione culturale“, richiama Media Progress.
Riequilibrio del mercato
Secondo la società di analisi strategica, “Una visibilità paritaria limiterebbe la posizione dominante delle piattaforme globali, favorendo l’engagement degli utenti attraverso la possibilità di personalizzare l’interfaccia preservando la libertà di scelta dei consumatori.
Fattori di Rischio
Nonostante le potenzialità, il successo dipenderà dalla capacità del provvedimento di Agcom di evolversi in un sostanziale Testo Unico della prominence, quindi adattarsi rapidamente ai cambiamenti tecnologici e assicurando adeguate risorse per il monitoraggio e l’attuazione ed infine affrontando le scontate resistenze politiche o di mercato da parte dei grandi player globali.
Scenario 2: attuazione parziale
Un secondo scenario ipotizzato da Media Progress vede un’attuazione parziale delle Linee guida, che potrebbe essere il risultato di resistenze delle piattaforme OTT.
L’opposizione degli OTT
“E’ probabile che grandi player come Google, Amazon e Apple potrebbero opporsi all’introduzione delle icone obbligatorie per ragioni economiche, ma soprattutto strategiche, sostenendo che la prominence obbligatoria comprometta la user experience dell’utente”.
Mancanza di coordinamento
Peraltro, senza un’efficace cooperazione tra le parti interessate, le Linee guida potrebbero essere implementate in modo disomogeneo, abbandonando settori tecnologicamente meno avanzati o fornitori di contenuti con minori potenzialità economiche, come le radio e le tv locali.
Limitatezza dei fondi
“In assenza di misure di sostegno, i fornitori di contenuti locali potrebbero non essere in grado di sostenere i costi di conformità, che non sono solo lato produttori di device o piattaforme di aggregazione, ma anche content provider, che dovranno adeguarsi ai protocolli che saranno introdotti per consentire l’indicizzazione dei SIG“, avverte Media Progress.
Conseguenze di una implementazione incompleta
Un’attuazione parziale potrebbe avere conseguenze contraddittorie, secondo gli analisti interpellati da NL, determinando benefici limitati. “Alcuni SIG beneficerebbero di maggiore visibilità, ma senza una piena integrazione tecnologica che metta in efficace relazione le due parti (produttori di device/gestori di piattaforme e servizi di interesse generale), l’efficacia complessiva verrebbe compromessa”.
Disparità geografiche
Vi è anche un altro aspetto su cui gli analisti pongono attenzione: “Le aree rurali o periferiche, meno coperte da infrastrutture tecnologiche avanzate, potrebbero rimanere escluse dai benefici o compromettere il risultato per i SIG locali lì operanti.
L’ostacolo del Digital divide
Si pensi alle emittenti locali i cui contenuti sono indirizzati a territori soggetti a pesante digital divide, che di fatto limitano il pieno sfruttamento di device connessi, cui si indirizzano primariamente le misure di prominence. E’ evidente, quindi, che l’attuazione delle misure di prominence deve viaggiare di pari passo con quelle per l’azzeramento della divisione tecnologica”.
Incremento delle critiche
Peraltro, vi è anche un aspetto politico da considerare: “Una mancata attuazione uniforme potrebbe minare la credibilità di Agcom ed alimentare dibattiti sull’efficacia delle regolamentazioni nazionali”.
Scenario 3: mancata attuazione
Il terzo scenario disegnato da Media Progress è, naturalmente, il peggiore: il fallimento dell’intento delle Linee guida. Una mancata attuazione, per gli analisti potrebbe derivare da una efficace opposizione legale. “I grandi operatori potrebbero intraprendere battaglie legali per contrastare e contestare le disposizioni (invero non senza suggestive motivazioni già effettivamente circolate), rallentandone l’implementazione.
Mancanza di strumenti coercitivi
D’altra parte, la singolarità della Del. 390/24/CONS (non risultano al momento misure simili adottate da altre autorità di regolamentazione europee) evidenzia carenze: la mancanza di strumenti coercitivi adeguati o di risorse per il monitoraggio potrebbe rendere le linee guida inefficaci.
Contesto politico instabile
Inoltre, in un quadro politico frammentato, la priorità delle linee guida potrebbe diminuire, portando a un’applicazione debole o addirittura inesistente.
Conseguenze
Se le linee guida non venissero attuate, gli effetti che esse si propongono di contrastare potrebbero essere paradossalmente potenziati. “In primo luogo si avrebbe un consolidamento del potere delle piattaforme globali: la posizione dominante di player come Netflix, Amazon Prime Video e YouTube verrebbe ulteriormente rafforzata e di converso si conseguirebbe una ulteriore marginalizzazione dei contenuti locali, con una perdita di rilevanza dei servizi di interesse generale.
Crescente dipendenza dall’estero
Inoltre, senza una misura di prominence concretamente attuata, il mercato mediatico italiano rischierebbe di essere sempre più controllato da attori internazionali.
Conclusioni e raccomandazioni
L’attuazione delle Linee guida sulla prominence rappresenta certamente una sfida complessa che richiede un equilibrio tra innovazione tecnologica, volontà politica e collaborazione tra attori del mercato.
Raccomandazioni
Per massimizzare le probabilità di successo, il rapporto di Media Progress suggerisce alcune raccomandazioni.
Rafforzare il ruolo di Agcom
“Dotare l’Autorità di risorse finanziarie e competenze tecnologiche per monitorare e adattare le linee guida è un passo essenziale, come quello della promozione di partnership Pubblico-Privato volta a coinvolgere produttori di dispositivi, piattaforme e fornitori di servizi attraverso incentivi economici e progetti condivisi.
Sensibilizzare il pubblico
Gli stessi SIG, in questa fase, dovrebbero poi “Sensibilizzare gli utenti sui vantaggi della prominence per garantire un supporto diffuso e sostenere l’opportunità di un monitoraggio continuo, implementando un sistema di valutazione periodica per adeguare le linee guida ai cambiamenti di mercato e tecnologia”.
Esperimento regolamentare
In definitiva, la capacità dell’Italia – quale paese prototipo dell’applicazione della prominence – di garantire il pluralismo mediatico e la diversità culturale dipenderà dall’esito di questo importante esperimento regolamentare.
Mercato ribilanciato
Una piena attuazione delle Linee guida non solo potrebbe riequilibrare il mercato, ma anche concretizzare un precedente positivo a livello europeo e forse mondiale.
Waterloo
Viceversa, una limitata applicazione o addirittura un fallimento dell’intento potrebbe attestare l’incapacità di gestire il fenomeno degli OTT, ingenerando in essi la presunzione del possesso di un potere illimitato. (M.R. per NL)