Non è che uno leggendo Il Giornale dei Berlusconi si aspetti l’apologia di Sky. Però un po’ di continenza nella descrizione della realtà dei fatti, quella sì sarebbe auspicabile, se non altro per rispetto del fondatore di quel quotidiano, il grande Indro Montanelli che del giornalismo duro e puro fu il maestro. Ebbene, in un lento articolo di ieri Laura Rio c’indottrinava sulla solita questione del digitale terrestre tanto cara alla Famiglia di Arcore. Tranquillizzandoci sul fatto che il dramma o il fastidio (a seconda della portata delle tasche degli utenti) della pletora di decoder imposta dalla proliferazione delle piattaforme digitali (DTT, Sky, Tivùsat) è solo una “bufala estiva” la giornalista del quotidiano che da domani sarà diretto da Vittorio Feltri ci illuminava a riguardo del motivo per cui gli abbonati di Sky non vedono più alcuni programmi di Rai e Mediaset che in analogico e sul DTT sono in chiaro. E la spiegazione offerta da Il Giornale è stata strabiliante: tali soggetti “hanno cambiato il sistema di criptaggio”. Poffarbacco! Quindi, quella di oscurare alcuni programmi free sulla piattaforma concorrente non è stata una scelta commerciale/strategica, ma una mera conseguenza di un upgrade tecnico. E noi, poveri tapini abituati ad antiche dietrologie comuniste, che avevamo pensato che RAI e Mediaset l’avessero fatto per mettere in difficoltà Murdoch. Meno male che c’è chi dice veramente come stanno le cose.