Il Consiglio Nazionale della Fnsi esprime forte preoccupazione per il ritardo con il quale il vertice dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti ha messo mano alla riforma della legge istitutiva dell’Ordine stesso con particolare riferimento al tema dell’accesso alla professione. L’inerzia su tale punto ha offerto alle aziende editoriali di potere disporre di un pressoché inesauribile bacino di forza di lavoro di riserva con conseguenze gravi sulla capcità negoziale su temi delicati quali la tutela dei diritti, primo fra tutti quello alla continuità del rapporto di lavoro, per i colleghi assunti a tempo determinato. I significativi risultati ottenuti per innovare il welfare dei colleghi titolari di contratto di collaborazione coordinata continuativa (indennità di malattia e maternità, allineamento dell’aliquota Inpgi a quella Inps ponendo in capo alle aziende l’obbligo del regolare versamento dei contributi previdenziali un tempo in capo ai colleghi) e contratti a termine (temperamento delle norme tese ad elevare la precarietà introdotte con il decreto 112 e aumento dei minimi che riverberano anche sulla paga dei colleghi assunti a tempo determinato) scontano debolezze che originano dall’assenza di un valido presidio dell’accesso e quindi della possibilità di governare – in quantità e qualità – l’offerta di lavoro giornalistico. Il Consiglio Nazionale della Fnsi – nel confermare il proprio impegno per sostenere i colleghi titolari di contratti atipici e a tempo determinato – ritiene opportuno che il vertice della Fnsi incalzi quello dell’Ordine affinchè si sviluppi un’iniziativa che coinvolgendo forze politiche e Parlamento faccia fare al progetto di riforma significativi passi avanti. Il mancato presidio dell’accesso alla professione ha indebolito ma non impedito al sindacato di mettere in campo difese per il lavoro giornalistico più esposto alla congiuntura sfavorevole del settore dell’editoria. Parimenti l’avere da parte dell’Ordine troppo debolmente presidiato anche la trincea deontologica – levando alta la voce a difesa degli interessi deboli esposti talora alla gogna mediatica – ha fornito strumenti polemici a quanti mirano a scardinare con il Dl Alfano il dovere dei giornalisti ad informare e il diritto dei cittadini ad essere informati.
Su questi punti il Consiglio Nazionale della Fnsi impegna gli organismi dirigenti del sindacato ad avviare un confronto nella categoria e con i colleghi dell’Ordine.
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