Il mancato recepimento della normativa europea che regola il product placement nei programmi televisivi sta costando caro alle aziende di produzione italiane. Quantificare i mancati guadagni non è facilissimo, ma è sufficiente fare il paragone con quanto avviene negli Stati Uniti per comprendere che l’inefficienza del sistema politico italiano sta causando degli ingenti danni alle nostre case di produzione di programmi televisivi. Gli Stati Uniti si trovano al vertice della particolare classifica di investimenti in product placement: quasi 500 milioni di dollari vengono investiti ogni anno dalle aziende private di ogni dove per “piazzare” i loro prodotti nei film statunitensi. Non c’è da stupirsi che la cifra che riguarda i prodotti televisivi (fiction e reality in primis) sia ancora più alta: il mezzo di comunicazione di massa per eccellenza è in grado di raccogliere investimenti per oltre 840 milioni. Facendo le debite proporzioni l’Italia non sarebbe messa male, se non fosse per una importante lacuna legislativa: il product placement da noi è infatti permesso solo nelle produzioni cinematografiche, le produzioni televisive attendono ancora una precisa regolamentazione. Ci sarebbe una direttiva europea da recepire ma i politici italiani non si sentono per nulla sotto pressione. Ed è un peccato perché, se pensiamo a come il product placement ha preso piede nel mondo del cinema italiano (in soli tre anni siamo saliti al terzo posto nel mondo per quel che riguarda i milioni di dollari – ben 36 – investiti in quella che una volta era chiamata “pubblicità occulta”), c’è da mangiarsi le mani ad immaginare ai soldi che potrebbero essere stati investiti nel comparto televisivo. C’è da sperare che la situazione cambi in fretta, se non altro per evitare di incorrere in eventuali sanzioni europee: a quel punto – è proprio il caso di dirlo – al danno si aggiungerebbe la beffa! (Davide Agazzi per NL)