“L’ipotesi di ricusazione non è configurabile, perché dalla documentazione prodotta non emerge in alcun modo che il dott. D’Avossa abbia espresso, nei procedimenti menzionati, una valutazione di merito sui fatti oggetto dell’attuale procedimento penale”. Con questa dichiarazione la Corte d’Appello, presieduta da Giorgio Riccardi, ha respinto la richiesta effettuata dai legali di Silvio Berlusconi, Fedele Confalonieri e David Mills, di ricusazione nei confronti del giudice Edoardo D’Avossa, il quale, quindi, continuerà a presiedere il processo in atto nei confronti dei tre e di altri otto imputati per la notoria questione della compravendita dei diritti televisivi tra Stati Uniti, America Centrale ed Europa, tra società che, dagli atti, sono risultate tutte appartenenti o indirettamente controllate da Berlusconi. L’istanza di ricusazione era stata presentata nei confronti del magistrato, che in occasione di tre precedenti sentenze si era pronunciato in merito a “conti in nero del gruppo Fininvest”, in particolare nel processo che aveva visto la condanna in primo grado del Cavaliere per falso in bilancio in relazione a Medusa Cinematografica ed a una delle sentenze di condanna nei confronti di Marcello Dell’Utri, suo braccio destro e co-fondatore del partito Forza Italia. Secondo la Corte “la questione non appare rilevante e fondata”. Molti dei reati contestati, però, non saranno perseguibili perché troppo lontani nel tempo e caduti in prescrizione in virtù della legge ex Cirielli. In particolare, i supposti illeciti che risalgono agli anni precedenti il 1998, tra cui quelli di appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio, sono stati inseriti dal prof. Longo, uno dei legali dell’ex premier, in una dettagliata tabella che illustra come dal maggio del prossimo anno i pm saranno impossibilitati ad incriminare gli imputati per tali accuse. Intanto, causa lo sciopero degli avvocati (indetto dall’11 al 15 dicembre), il processo è stato nuovamente rinviato; riprenderà, perciò, il prossimo 12 gennaio, a meno che non slitti la data dello sciopero. (G.C. per NL)