A una società che opera nel settore della componentistica elettronica è stato consentito di conservare per novanta giorni le immagini registrate mediante l’impianto di videosorveglianza.
Lo ha stabilito l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali che ha accolto l’istanza di verifica preliminare, presentata dalla medesima società al fine di rafforzare i propri standard di sicurezza. Il proposito di raggiungere un maggiore livello di tutela della proprietà aziendale risponde all’esigenza, da parte della società, di potersi uniformare ai criteri dettati da un protocollo di sicurezza più severo, dal rispetto del quale dipende l’ammissione alla qualifica di "fornitore" in favore di una multinazionale tedesca. La società richiedente si avvale di un sistema di videosorveglianza costituito da 18 telecamere, debitamente segnalate prima del raggio di azione dei dispositivi, ed era stata autorizzata dalla Direzione provinciale del lavoro a conservare le immagini registrate per un tempo non superiore ai due giorni. L’ubicazione isolata del sito, il delicato settore produttivo in cui l’azienda opera e la peculiare attenzione posta a livello sia nazionale che internazionale rispetto alla fissazione comune di elevati parametri di sicurezza nel settore elettronico e informatico, giustificano – a parere del Garante – il prolungamento fino a novanta giorni della conservazione delle sole immagini relative a eventi che generano allarme (incidenti, porte di uscita emergenza aperte, porte e finestre forzate, allarme sensori sui vetri ecc.). I filmati registrati su postazioni dedicate e conservati nei locali server con sistema a doppia password, saranno consultabili solo su specifica richiesta delle autorità inquirenti.