La regola generale è che le fotografie possono essere prese senza il consenso della persona interessata solo se l’intenzione è quella di farne un uso privatissimo.
Occorre ricordare che la tutela della riservatezza di ognuno di noi è parte integrante del principio di libertà sancito dalla carta costituzionale». Lo ha detto a ‘Il Messaggerò Francesco Pizzetti, presidente dell’Autorità garante dei dati personali, anticipando che sulle fotografie scattate a Villa Certosa «la nostra attività sarà guidata oltre che dal più tempestivo e scrupoloso accertamento dei fatti, anche dai principi generali che le ho appena esposto». «All’interno del domicilio privato di una persona, chiunque essa sia, la necessità del consenso dell’interessato sussiste sempre, anche se si intende farne un uso personale», ha spiegato il garante. «Per quanto riguarda le persone pubbliche, o che in un certo contesto assumono interesse pubblico – prosegue Pizzetti – la regola generale è che non è necessario il consenso di questa persona se la foto è scattata in luogo pubblico e verrà utilizzata per informare, cioè nell’ambito del diritto di cronaca. Mentre numerosi provvedimenti dell’Autorità garante della privacy hanno tenuto fermo il principio che non è lecito introdursi nel domicilio privato con artifizi e raggiri per catturare immagini di persone che hanno rilevanza pubblica». Pizzetti ricorda anche che «non è lecito utilizzare per lo stesso scopo alcune tecnologie particolarmente invasive per vedere e riprendere immagini all’interno del domicilio della persona, essa sia un personaggio pubblico o meno». (Adnkronos)