Primocanale e la Rai si affronteranno “in sede europea”

Il Tribunale di Genova ha accolto la richiesta di Primocanale di rinviare alla Corte di Giustizia Europea gli atti della causa promossa dalla Rai contro l’emittente genovese per la famosa campagna pubblicitaria sui “minuti contati”


da Millecanali

Sul tappeto anche la questione dei “contratti di servizio regionali”.Il Tribunale di Genova ha accolto la richiesta di Primocanale di rinviare alla Corte di Giustizia Europea gli atti della causa promossa dalla Rai contro l’emittente genovese. La vertenza tra la Rai e Primocanale nasce da una campagna promozionale di due anni fa in cui l’emittente ligure per autopromuoversi lanciava lo slogan: “Noi non abbiamo i minuti contati”. Con questo slogan Primocanale si riferiva esplicitamente al Tg Regionale della Rai, che citò l’emittente di Maurizio Rossi chiedendo a titolo di risarcimento danni 1 milione di euro.
A questo punto l’avvocato Giuseppe Giacomini, difensore dell’emittente privata ligure, ha chiesto di poter discutere la questione di fronte alla Corte di Giustizia Europea, poiché l’emittente si sente vittima e non artefice di un illecito concorrenziale e perché “con i soldi del canone la Rai ci fa concorrenza in sede regionale, in palese violazione dello spirito delle normative europee”. Primocanale sostiene di fare informazione locale più e meglio della Rai e senza risorse pubbliche e considera il canone, almeno in “chiave locale”, una violazione della libera concorrenza. Spetterebbe alle Regioni emanare le leggi che definiscano gli obblighi di servizio pubblico territoriale (i famosi “contratti di servizio regionali”) ma fino ad oggi ciò non è avvenuto, anche perché, sempre secondo Primocanale, molte Regioni sembrano ritenere che ogni rapporto debba essere automaticamente destinato, in questo ambito, alla sola Tv pubblica.

Ora cosa può essere deciso in sede europea? “La Rai potrebbe essere costretta dalla Corte di Giustizia Europea – ha detto l’avvocato Giacomini – a uscire dal mercato locale come servizio pubblico oppure potrebbe rimanerci, ma alle condizioni degli altri operatori”, ovvero rinunciando a quella quota di canone che attualmente viene destinata alle sedi regionali. La Corte di Giustizia avrà comunque diciotto mesi di tempo per esprimersi.

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