“Accanto a molte analisi condivisibili, e a alcune proposte per orientare l’uscita dalla crisi dell’editoria verso una fase innovativa di sviluppo, ci sono nelle posizioni Fieg situazioni da chiarire e approcci e soluzioni differenti per alcune questioni relative all’intervento pubblico nel settore".
Lo rende noto la Giunta Esecutiva della Fnsi, riunita il 18/04 a Roma, che ha ritenuto che non si possa liquidare il sistema dei contributi in essere, soprattutto con riferimento ai giornali politici, senza avere chiaro il quadro del sistema, la funzione e il lavoro dei giornalisti di questo genere di testate. "Tagliare i fondi ai giornali di partito, mentre ancora si deve discutere su come riqualificare e rendere più trasparente il finanziamento della politica, farebbe morire senza ragione testate significative del dibattito pubblico e perdere alcune centinaia di posti di lavoro", spiega la federazione, per la quale "Il riordino deve essere di sistema" e "non si deve precipitare nel calderone dell’indistinta antipolitica e l’informazione non può essere comunque l’agnello sacrificale. Ciascun editore, compresi i partiti, dovrà essere chiamato a fare la sua parte con chiarezza e responsabilità. I giornali di idee e cultura politica non sono espressioni meramente commerciali". La Giunta della Fnsi ha ribadito la sua linea per la trasparenza dell’intervento pubblico, per il rigore e la lotta all’elusione delle regole e agli abusi, che anche grazie al suo impegno sta producendo correzioni e pulizia. Il nodo da sciogliere è quello di una vera riforma di sistema. La Fnsi "accetta la sfida per lo sviluppo, l’innovazione e una politica industriale che assecondi le trasformazioni nel tempo dell’informazione digitale, evitando che testate significative siano costrette a chiudere per mancanza di ossigeno e di garanzie per il pluralismo. Da questo versante la Giunta della Fnsi rilancia alla Fieg un impegno di corresponsabilità per una innovazione che accetti con coraggio la sfida del cambiamento che non può produrre profitti dopo tre mesi, che non può essere governato solo guardando gli indici quotidiani di borsa ma dovrà essere frutto di un progetto di prospettiva misurabile in un arco di tempo ragionevole, non brevissimo. Agli editori la Fnsi chiede coraggio e fiducia nell’investimento sul patrimonio principale delle imprese di settore, che è costituito dai giornalisti. Dai colleghi titolari dei contenuti e dalle loro possibilità di lavoro corretto e qualificato (anche attraverso un’ azione comune per la formazione professionale) dipende la credibilità e il valore materiale delle testate, dei ‘marchi’ che propongono l’informazione su più piattaforme. In questo senso la ‘rivoluzione industriale’ che favorisca il pluralismo, con informazione di qualità – lanciata dal Presidente della Fieg Anselmi – deve diventare terreno di iniziativa degli editori e di lavoro comune per salvare e mettere in moto il sistema”.